giovedì 30 dicembre 2010

Benvenuta, Galatea

Nel mentre prendo nota, contrito, di quanto fattomi notare a proposito dell'ultimo post (eppure avevo dato un'occhiata in rete, ma evidentemente in modo superficiale) annuncio al mondo, magno cum gaudio, la nascita della piccola Galatea (tre chili e quattrocento grammi), figlia di mia nipote Barbara. Già la scelta del nome dovrebbe far capire come Barbara non sia una persona normale (leggi: nella norma): è estrosa, creativa, variopinta, si potrebbe dire inquieta se poi non avesse in qualche modo un suo forte equilibrio interiore e idee tutto sommato abbastanza precise, finanche un po' estremiste. Ma è comunque persona viva e vitale, e le perdono volentieri la scelta ideologica di diventare vegetariana. Per me l'uomo è un animale carnivoro (anzi, onnivoro) e rinunciare a una parte consistente della propria alimentazione (non considerando il piacere che si perde) mi suona sempre una scelta in qualche modo contro natura. Ma tant'è, ognuno è libero di fare come gli pare.

Benvenuta a Galatea, dunque, nome evocativo quanto mai (Galatea è una ninfa del mare, nella mitologia greca, ed è nota agli enigmisti perché spesso, nei cruciverba, si trova la parola "Aci" definita come "Amò Galatea"). Aci non è l'Automobil Club, ma il suo amante che fece una brutta fine, poverino.

Meglio non si poteva concludere l'anno. Speriamo che il prossimo non ci riservi troppe delusioni (anche se non ci spero molto). L'idea di tornare a votare a metà legislatura mi indigna e mi offende. L'idea di restare con questo branco di incapaci/disonesti/maneggioni/spudorati/bugiardi (gli altri aggettivi aggiungeteli voi) al governo mi indigna e mi offende. Non ho scelta. Non mi rimane che indignarmi e offendermi, qualsiasi cosa succeda. Salvo miracoli, che non sono cosa all'ordine del giorno, anche se il nostro premier si comporta come se fosse Dio.

Consideratemi ateo e buon anno laico a tutti.


Nessun commento:

Posta un commento