Ci siamo quasi. A fine mese arriva il piccolo Lolo. Verrà a conoscere l'Italia che è anche sua patria, benché ancora sia troppo piccolo per capire che cosa significa. Per l'occasione ho messo sottosopra casa, fra pulizie, riverniciature e riorganizzazione degli spazi e al resto ha pensato la natura: ci sono un albicocco e un susino pieno di frutti ancora acerbi, ma che matureranno quando lui sarà qui.
Io ci sarò e non ci sarò. Nel senso che verrò al lavoro a singhiozzo,
sfruttando quei giorni di ferie che potrò prendere senza pregiudicare il
delicato equilibrio della biblioteca e le sacrosante esigenze dei colleghi.
Probabilmente ne risentirà anche il mio blog, ma non è escluso che alla fine ci
scappi un bel "Diario della mia vita con il nipotino Lolo", che andrà
a fare compagnia ai diversi diari taiwanesi.
Mi si dice che sia un diavolo scatenato: a quasi quindici mesi cammina e ha
giustamente il desiderio di esplorare il mondo. Dopo il mondo della metropoli
sempre in movimento quello della campagna sonnacchiosa delle Marche. Mi auguro
di essere all'altezza del compito, disabituato come sono al rapporto diretto
con i bambini. Perché se non fosse così non avrei nemmeno più le ferie da
prendere per riposarmi delle ferie...
Scherzo, naturalmente. Sono
felicissimo di accogliere Lolo, sua madre Huei-Hsin (Rose) e sua zia Huei-Pin
(spero di aver scritto bene i loro nomi), oltre a Francesco che arriverà in
seguito. E che forse mi porterà qualche diavoleria tecnologica taiwanese.