sabato 11 dicembre 2010

Ludopatia

L'Italia sta diventando il paese dei balocchi (anzi, il paese degli allocchi, citando una gustosa parodia che scrisse mio padre tanti anni fa).

Sarà per via del delicato momento economico che stiamo attraversando, sarà per dimenticare i brutti ceffi che ci governano, ma gli italiani stanno perdendo la testa dietro il demone del gioco. Che si tratti di grattare, scommettere, giocare a poker, partecipare a lotterie, infilare monete in una macchina, o anche solo semplicemente votare questo o quel concorso, questo o quel personaggio di un reality, si mette da parte il buon senso e ci si affida alla fortuna, spesso in modo scriteriato. Per molti si tratta di buttar via quei pochi euro e poi la cosa finisce lì, ma per molti altri (più di quanto non si creda) la cosa si trasforma in un'ossessione che li porta a impegnarsi anche la macchina, la casa, la moglie, la stessa dignità, e che alla fine li riduce sul lastrico, magari in mano agli strozzini, a domandarsi come abbiano potuto essere così stupidi.

Questo fenomeno è una vera e propria malattia, e ha un nome, si chiama ludopatia. Ne ha parlato qualche giorno fa in toni piuttosto critici Beppe Grillo, sottolineando l'immoralità di un'operazione voluta e santificata dallo Stato che succhia soldi ai più deboli (in questo assolutamente sulla mia stessa lunghezza d'onda) e citando il caso di un paese del bergamasco, Gromo, il cui sindaco vuole proibire con un'ordinanza l'uso delle macchinette (nella fattispecie le slot-machines) in tutto il territorio comunale.

Perché? Perché c'è chi si gioca tutto lo stipendio o la pensione e poi chiede aiuto ai servizi di assistenza del comune. E così Gromo è diventato, o dovrebbe diventare, il primo comune d'Italia "Game Free".

Un inizio, piccolo ma significativo. Anche se noto con raccapriccio l'aumento dei siti web in cui si può scommettere, giocare a poker (a POKER, vi rendete conto? Ma una volta non era un gioco d'azzardo?), insomma sperperare un sacco di soldi, perché tanto alla fine vince sempre il banco, come si dice. E per quei pochi che ogni tanto hanno successo ce ne sono tantissimi che pagano amaramente.

E purtroppo giocano (ma sulla pelle di tutti gli italiani) anche molti di coloro che sono al governo, impegnati in uno squallido mercato delle vacche, alla caccia dell'ultimo deputato. Per salvare le poltrone, per salvare il potere, i privilegi, l'impunità, in qualche caso per salvare il culo dalla galera.

Ma come abbiamo fatto a scendere così in basso?


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