domenica 31 gennaio 2010

Vigilia della partenza per Taiwan

Vigilia della partenza per Taiwan.

Quest'anno ci vado d'inverno, perché d'estate il clima di laggiù mi ammazza. Per la prima volta non viaggerò con China Airlines (che ha cambiato rotte e orari), bensì con Cathay Pacific (la linea aerea di Hong Kong). Il mio viaggio prevede due tratte: una lunghissima, Roma-Hong Kong e una cortissima, Hong Kong-Taipei. Idem al ritorno, con itinerari al contrario. Stranamente la prima dura dodici ore all'andata e quattordici al ritorno, pur viaggiando con la stessa tipologia di aereo e seguendo la stessa rotta. Sarà dura far passare tutte quelle ore. Mi porterò da qualcosa da leggere, oltre alle inevitabili parole incrociate, mi guarderò qualche film e proverò a dormire, almeno un po', ma so già che sarà difficile. Non riesco a dormire seduto.

Finché c'è luce guarderò il panorama dall'alto. E' bellissimo, sembra di vedere una carta geografica, solo che là sotto c'è il mondo vero, montagne vere, città vere, laghi e fiumi veri. Te ne stai lassù in mezzo alle nuvole, a volte sopra le nuvole e vedi il sole che splende, e ti dici, cacchio, chissà come si starebbe bene al sole, poi leggi sul minischermo la temperatura e vedi: -40°. Eh già, perché a 8000 metri di quota fa un freddo cane, e se ci pensi un attimo e ti rendi conto di stare dentro un grosso scatolone metallico sospeso nel nulla, allora ti prende un colpo e ti auguri che vada tutto bene. Perché sì, è vero che statisticamente gli incidenti aerei sono rarissimi, ma se ne capita uno tanti saluti a tutti quelli che si trovano a bordo. Mica si può essere fortunati come quelli del volo 915 (Lost, per i non addetti ai lavori).

Mi perderò, appunto, due o tre puntate della sesta e definitiva stagione di Lost (ma poi le recupero, ci mancherebbe!), un paio di giornate di campionato e un turno di Champions. Ma per Lolo questo e altro. Porterò con me una valigia piena di prelibatezze alimentari, come un moderno emigrante che si porta appresso non i suoi quattro stracci, ma vini e salse, funghi porcini secchi, condimenti e marmellate. Perché la cucina cinese è piacevole, ma quella italiana, passatemi il luogo comune, è un'altra cosa.

Ci risentiamo fra una ventina di giorni. Non garantisco l'ennesimo diario taiwanese.

martedì 19 gennaio 2010

Avatar al cinema

Ieri, vincendo la mia proverbiale pigrizia, sono andato al cinema. Non potevo perdermi Avatar, naturalmente.

Due euro e cinquanta in più per avere gli occhialini che consentono di vedere le immagini 3D. Mica come quelli di una volta, con due lenti di plasticaccia rosse e blu. No, questi sono belli robusti, made in USA, e funzionano. All'ingresso te li danno in cambio di un documento, che poi ti viene restituito all'uscita in cambio degli occhiali. Preparatevi a una bella fila, prima e dopo.

Ragazzi, che delirio di effetti speciali e di immagini tridimensionali! Praticamente è un film tutto finto, tutto realizzato al computer. Sono pochissime le scene con personaggi umani, e anche quelle sono vistosamente ritoccate. Per il resto è tutto un pirotecnico carosello di immagini da capogiro, una galleria di salti, corse, voli e piroette all'interno di uno scenario fantasmagorico, un bestiario di creature incredibili, un tuffo nell'immaginazione più sfrenata.

La storia è presto detta: ci sono gli umani cattivi fermamente intenzionati a mettere le mani su un minerale preziosissimo che si trova sul pianeta Pandora, un mondo boscoso abitato da strane creature che sono dei puffi al contrario, altissimi e agilissimi, di forma umanoide, ma con una bella coda e delle orecchie mobili. Questi puffoni hanno un rapporto simbiotico con il loro pianeta, con i suoi animali, con le sue piante e in particolare con alcuni alberi che per loro sono sacri, e non hanno nessuna intenzione di lasciare campo libero agli invasori. Per di più sono anche, all'occorrenza, dei guerrieri molto coraggiosi. Fallito qualche blando tentativo di convincerli con le buone, attraverso l'infiltrazione di organismi neuroconnessi a esseri umani che li manovrano a distanza (gli "avatar" di cui al titolo), i terrestri partono alla carica, armati di razzi, bombe e ogni altro armamentario bellico.

I poveri tapini di Pandora hanno solo arco e frecce, ma...

Vi risparmio il finale, ma potete immaginarlo. In sostanza si tratta di una suggestiva favola moderna, realizzata senza risparmio di mezzi, con intenzioni ecologiste palesi, ma sufficientemente astuta da non cadere quasi mai nel ridicolo. James Cameron è uno che ci sa fare, con la macchina da presa, e anche con le diavolerie che la tecnologia di oggi gli mette a disposizione. Le ha sfruttate a piene mani, aiutato anche da una sceneggiatura molto puntuale e da una bella colonna sonora.
Se andate a vederlo non state lì a farvi domande: staccate il cervello, abbandonatevi al fascino delle immagini, godetevi l'impressione di essere lì in mezzo ai personaggi, di trovarvi all'interno di boschi o in groppa a strani draghi alati, e se riuscite a non farvi venire il mal di mare vi sembrerà di essere in un sogno, o in un incubo, a seconda dei casi, dal quale non avrete voglia di risvegliarvi. Perché la magia del cinema fantastico non è mai stata così forte.

martedì 12 gennaio 2010

Terremoti qua e là

Terremotino nelle Marche. Niente danni né vittime.

Terremotone ad Haiti. Tanti danni e tante vittime.

La vita è ingiusta. Ci sono tanti poveri sfigati che vivono in zone ad alto rischio sismico e che ogni tanto si sentono ballare il terreno sotto le chiappe. Io ne ho sentiti diversi di modesta entità (per fortuna) ma non è una sensazione piacevole per niente. In quel momento avverti tutta la tua piccolezza, e la tua precarietà.

Anche Francesco non se la passa bene in fatto di terremoti. A Taiwan ce ne sono spesso, e di quelli che picchiano forte. Lì però costruiscono come si deve, e dunque i rischi sono minimi. Però la paura resta.
Qualche anno fa ho lavorato presso l'Osservatorio Geofisico di Macerata, dove era in atto un progetto per monitorare i terremoti storici della regione marchigiana. Si trascrivevano documenti e informazioni reperiti negli archivi e nelle biblioteche e si ricostruiva una sorta di mappa della sismicità del territorio. Ne ho già parlato in occasione del terremoto dell'Aquila, ad aprile dell'anno scorso.
E' stato un lavoro molto interessante nel quale ho imparato diverse cose: prima di tutto che abito in una zona a bassa sismicità (vivaddio), per cui ogni volta che c'è una scossa lì per lì me la faccio sotto lo stesso, ma poi penso che non può succedere nulla di irreparabile e un po' mi tranquillizzo.
Ho scoperto anche che c'è un santo protettore dai terremoti: Sant'Emidio, di Ascoli Piceno. Ogni volta che c'era un terremoto, ad Ascoli facevano tridui e processioni in onore del santo. Allora ragionavano più o meno così: ci sono stati cinque morti? Sant'Emidio ha impedito che ce ne fossero dieci, o più, onore a lui. Oppure: a Norcia il terremoto ha fatto molti danni, qui ad Ascoli un po' meno, tutto merito di Sant'Emidio. Poveretti, che altro potevano fare? Allora mica c'era Bertolaso, né tanto meno Berlusconi (per loro fortuna). Si consolavano con la devozione, e alla chiesa non sembrava vero di ritrovare qualche pecorella smarrita. Fra una ventina di giorni partirò per Taiwan. Speriamo che per le due settimane in cui mi tratterò lì Sant'Emidio mi metta una mano sulla testa. E' vero che costruiscono bene, ma un terremoto di magnitudo sette è pur sempre una brutta gatta da pelare.

domenica 3 gennaio 2010

Il primo post da casa

E' il primo post che scrivo da casa (sempre che parta, con la connessione che ho). Come si dice, anno nuovo vita nuova.

Amo gli anni pari, non chiedetemi perché, e dunque questo 2010 già va meglio del 2009. Tanto per cominciare fra un mesetto me ne andrò a trovare il mio adorato nipotino, che impazza su YouTube con i suoi filmati (ah, per chi fosse interessato: www.youtube.com/user/FilmLolo). Ho deciso che Taiwan è meglio d'inverno, quando la temperatura è accettabile e non mi sciolgo come un ghiacciolo al sole. Mi aspetta un lunghissimo viaggio con la Cathay Pacific (la compagnia aerea di Hong Kong), durante il quale non potrò fumare e dormirò pochissimo perché non riesco a dormire seduto, ma per Lolo questo e altro. Mi godrò il Capodanno cinese che è, più o meno, l'unico momento dell'anno in cui i cinesi (e dunque anche i taiwanesi) non lavorano. Cosa rara, invero...

Ecco, lo sapevo. La connessione è saltata. Ragazzi, se proprio non potete farne a meno, non usate le chiavette.

Il seguito domani dalla biblioteca...

...eccomi qua. Ho salvato quanto scritto ieri e completo il post con una notizia che ho visto su SkyTG24 proprio stamattina. Mi dispiace per gli amici taiwanesi, ma oggi verrà inaugurato a Dubai il grattacielo più alto del mondo, un bestione di oltre 800 metri di altezza che relega nel dimenticatoio il T101 di Taipei. Una cattedrale nel deserto, nel vero senso della parola. A questi signori il petrolio gli ha proprio dato alla testa. Evidentemente soffrono di un complesso di inferiorità, anche se sembrano sull'orlo della bancarotta, e questa moderna Torre di Babele è la medicina che dovrebbe curarli. Freud ci sarebbe andato a nozze, con loro.