mercoledì 24 ottobre 2007

L'estinzione delle piattole

Se non avete niente, ma proprio niente da fare, andatevi a leggere questa notizia: http://notizie.tiscali.it/stranomavero/articoli/07/ottobre/piattole_rischiano_estinzione_132.html

Uno dirà: le piattole? Per carità! Bestiacce immonde. Che crepino e si estinguano pure. Personalmente non ho particolare simpatia per questi insetti, così come, nell'ordine, per zanzare, mosche e bacarozzi. Li reputo esseri inutili e fastidiosi, quando non pericolosi per la salute. Al contrario, amo svisceratamente ragni, formiche, api e simili, perché almeno sono operosi e non semplici parassiti che campano alle spalle di altre forme animali. Se posso evito di disturbarli e di ucciderli.
Ma se qualcuno (Dio? Il caso? Il Grande Cocomero?) ha messo al mondo anche quegli altri insetti di cui sopra, forse un motivo esisterà. Magari noi non lo vediamo, ma un ruolo nel grande quadro della natura lo avranno, e chi siamo noi per contrastarlo?

mercoledì 17 ottobre 2007

Andrò in pensione il più tardi possibile

Accidenti, non scrivo niente da una decina di giorni.

Il fatto è che, dovendo collegarmi dalla biblioteca, mi tocca sottrarre tempo al mio lavoro, e questo, per un tipo come me, è inaccettabile. Scendo a compromessi con me stesso perché non posso fare altrimenti, e poi magari moltiplico il mio impegno lavorativo, ma c'è sempre quel diavoletto dentro che mi rimprovera e mi richiama all'ordine.

E a proposito di lavoro, sento tanta gente che non vede l'ora di andare in pensione. Anche gente che non fa lavori usuranti. Pare che la stragrande maggioranza degli italiani faccia lavori che non gli piacciono, e questo è molto triste, perché a pensarci bene significa vivere male una parte consistente della nostra vita di adulti.

Io invece ho sempre fatto lavori che mi piacevano, in mezzo a carte e libri, e in questo sono evidentemente un uomo fortunato. Infatti andrò in pensione il più tardi possibile, e spero per allora di avere la connessione veloce anche a casa.

Da quanto ho capito, in base al nuovo accordo sul welfare (altro anglicismo del tutto gratuito) potrò andare in pensione dal 2013.

Se camperò ancora.

lunedì 8 ottobre 2007

Romanzi di storia alternativa

Sto leggendo un romanzo di fantascienza nel quale si ipotizza che Garibaldi sia stato chiamato da Lincoln in America per aiutare l'esercito nordista a vincere la Guerra di Secessione. Ma le cose vanno male, Garibaldi viene sonoramente sconfitto e così non solo il nord non vince, lasciando spazio a un'America alternativa in cui sono i confederati a prevalere, ma le stesse vicende italiane subiscono un clamoroso cambiamento: Garibaldi, ferito e umiliato, annientato anche nel morale, si ritira subito a Caprera, non partecipa nel 1866 alla Terza Guerra d'Indipendenza, e il Veneto e il Trentino rimangono all'Austria. Ancora ai giorni nostri troviamo una Venezia che è semplicemente un territorio dell'Impero austriaco perché la storia così come la conosciamo non si è mai verificata.

Trovo affascinanti queste storie di storia alternativa, o ucronia. Che cosa sarebbe successo se...?
La fantascienza abbonda di romanzi sul tema. Probabilmente il più famoso è The Man in the High Castle, del mio amico Philip K. Dick, dove si ipotizza che le forze dell'Asse (Germania e Giappone, più che l'Italia) abbiano vinto la Seconda Guerra Mondiale. E così ci ritroviamo un'Europa sostanzialmente germanizzata, e un'America divisa a metà fra le due potenze: la fascia atlantica soggetta ai tedeschi, quella pacifica dominata dai giapponesi.

Anche un altro romanzo, Fatherland di Thomas Harris, racconta di una Germania che ha vinto la guerra, ma la sua influenza si limita all'Europa, mentre in Bring the Jubilee lo scrittore Ward Moore racconta anche lui di un'America in cui la guerra di Secessione è stata vinta dai sudisti.
Potrei continuare a lungo. Ci sono momenti topici della storia in cui le cose potevano andare in un modo o in un altro, quelli che un altro scrittore di fantascienza ha chiamato "bivi nel tempo". E i cambiamenti possono essere anche clamorosi. Pensate per esempio se Napoleone non fosse stato sconfitto a Waterloo: probabilmente non ci sarebbe stato bisogno di aspettare 35 anni per vedere l'indipendenza d'Italia. O magari lo stesso Napoleone si sarebbe trasformato in un tiranno, rinnegando le sue idee libertarie, ma in ogni caso la storia sarebbe stata diversa. Noi saremmo stati diversi.
La fantascienza mi piace per questo (quando è di qualità, naturalmente): perché apre il cervello, abitua a ragionare in modo diverso, stimola l'immaginazione.