martedì 25 maggio 2010

Serie di fantascienza da vedere

Ultimamente sono nate (e sono anche finite prematuramente, ahimé) diverse serie televisive di fantascienza molto belle. A parte Lost, di cui ho già parlato, e che ha praticamente esalato l'ultimo respiro lasciando i suoi fans con molte domande senza risposta, ce ne sono almeno altre tre che meritano una citazione.

Fringe (anche questa creatura di J.J. Abrams) è giunta al termine della seconda stagione, e continuerà almeno per una terza. E' una sorta di X-Files rivisitato, con i tre protagonisti che si trovano a dover affrontare ogni volta situazioni al limite del credibile, più spesso oltre. Quasi tutti gli episodi sono autoconclusivi, ma tutti si inseriscono all'interno di una macro-vicenda che pian piano si sviluppa rivelando contorni davvero drammatici, con la stessa esistenza del nostro pianeta a rischio. I tre protagonisti sono molto ben caratterizzati, e gli attori che li interpretano tutti all'altezza. Alla fine si arriva ad affezionarsi a loro e a trepidare per la loro sorte. 20 episodi la prima stagione, 23 la seconda. La prima stagione è in onda dal 9 marzo su ItaliaUno. Se avete amato X-Files amerete anche Fringe.

FlashForward aveva tutte le potenzialità per sfondare, ma purtroppo l'hanno cancellata dopo la prima stagione (la legge dell'audience è spietata). Tratto da un bel romanzo di Robert Sawyer, inizia con l'intero genere umano che perde i sensi nello stesso momento per due minuti e 17 secondi. Naturalmente muoiono milioni di persone in incidenti di tutti i tipi, ma ben presto ci si accorge che non è stato un semplice svenimento. Tutti (o quasi tutti) hanno avuto delle visioni, tutti hanno visto (forse) un frammento del proprio futuro di lì a sei mesi. I 22 episodi che compongono la prima stagione ci guidano in quei sei mesi nel quali i protagonisti cercano di verificare se quanto hanno visto si realizzerà, se il futuro è immutabile o no. Però c'è un problema. Quel famoso giorno del FlashForward una telecamera di sorveglianza mostra un individuo misterioso che si muove in uno stadio. Chi é? E perché non ha perso i sensi anche lui? Qualcuno ha provocato il fenomeno intenzionalmente? E a quale scopo? Una stagione da vedere tutta d'un fiato, piena di colpi di scena e di tensione. Sono stati trasmessi sul canale Fox di Sky, mancano solo gli ultimi due.

Visitors 2009 è il remake della famosa serie televisiva che negli anni ottanta impressionò il pubblico di tutto il mondo con gli invasori lucertoloni sotto mentite spoglie umane. Questa è una versione più matura, più sofisticata, e realizzata con l'ausilio di una tecnologia che trent'anni fa non esisteva ancora. Dunque grandi effetti speciali, ma una bella storia con personaggi di spessore e molto movimento. 12 episodi nella prima stagione da poco conclusa. Ne è prevista almeno una seconda. I primi quattro sono già andati in onda sul digitale terrestre di Mediaset, gli altri otto verranno trasmessi a settembre.

lunedì 17 maggio 2010

Leggende metropolitane

Fra le leggende metropolitane che circolano le più affascinanti sono quelle relative alla presunta falsità della morte di personaggi celebri. Elvis Presley, tanto per cominciare. Oppure John Kennedy, o Moana Pozzi. Se ne parla da sempre, e non si è mai riusciti a stabilire quanto di vero ci sia. Ma l'esistenza di un complotto vero e proprio ordito dall'alto per eliminare fisicamente personaggi scomodi facendo apparire la loro morte come un evento naturale è qualcosa che non conoscevo. Una leggenda metropolitana anch'essa, forse, ma l'altra sera ho visto su un canale Sky un interessante servizio a cura di Carlo Lucarelli che mi ha lasciato di sasso.

J27. Così si chiamerebbe questo complotto, organizzato a quanto pare dalla Cia. J dall'iniziale del nome o del cognome delle vittime, 27 dall'età in cui sono state uccise.
Qualche esempio? Janis Joplin, Jimi Hendrix, Brian Jones, Jim Morrison, e più tardi John Lennon e Kurt Cobain. I primi quattro sono morti per cause apparentemente naturali (overdose, per lo più), quando non avevano compiuto ancora 28 anni e tutti a cavallo fra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta. John Lennon ne aveva un po' di più, ma aveva la J, mentre Cobain non aveva la J, ma aveva 27 anni.

Pare che a capo di questa segretissima sezione della CIA ci fosse, proprio in quegli anni, un signore la cui figlia era morta giovanissima per droga. Sconvolto dalla perdita, aveva organizzato una sorta di personalissima crociata per eliminare coloro che riteneva cattivi maestri per i giovani.
Ma non finisce qui. Nella primavera del 1971 Jim Morrison era a Parigi. Pare che si fosse rifugiato in Europa perché aveva sentito puzza di bruciato. Il 3 luglio di quello stesso anno fu trovato morto nella vasca da bagno della sua casa parigina. Causa ufficiale della morte: overdose. Nessuna autopsia.
Questa la storia come ci viene raccontata. Ma Lucarelli ce ne racconta una diversa. Morrison si sarebbe messo d'accordo con la CIA per inscenare una finta morte, sottoporsi poi a un trapianto facciale e riciclarsi come uomo e musicista completamente nuovo.

E lo sapete con quale nome sarebbe rispuntato? Con quello di Barry Manilow, cantante pop di grande successo commerciale (soprattutto con una canzone chiamata "Mandy", ve la ricordate?), guarda caso emerso dal nulla proprio nel 1973, quando Morrison avrebbe terminato di farsi cambiare i connotati. Stesso anno di nascita (1943), stessa corporatura, stessa impronta vocale.
Due modi di concepire la musica che diversi non si può, ma tant'è. Ci sono diverse testimonianze in merito, addirittura di persone che sostengono di avere parlato con lui.

Leggende metropolitane, appunto. Crederci o meno è sono un atto di fede, in fondo.

lunedì 10 maggio 2010

Dove eravamo rimasti?

Vediamo un po'. Dove eravamo rimasti?

Ne sono successe di cose in Italia e nel mondo in questi ultimi tre mesi. Politicamente abbiamo avuto il significativo risultato delle elezioni amministrative, con il centrodestra che impazza, la Lega che alza la testa e gli altri che si leccano le ferite. Il nostro premier si sta preparando una strada tutta in discesa per quando mollerà le redini della politica per mettersi a fare il presidente della repubblica. Mica scemo, però, bisogna dargliene atto. Scemi noi, magari, che gli abbiamo creduto e lo abbiamo votato (non io, ma insomma la maggioranza degli italiani). Quello che non capisco è come si faccia a votarlo ancora. Ormai ha scoperto le carte, eppure la sua popolarità non accenna a diminuire. Siamo un popolo di autolesionisti? Certo, l'alternativa non è incoraggiante, ma di fronte ai rischi (a questo punto concreti) di un vero e proprio sfascio delle istituzioni democratiche forse converrebbe davvero turarsi il naso e provare a cambiare prima che sia troppo tardi. Questa gente è pericolosa, ignorante e pensa solo agli affari suoi. E ha anche una bella faccia tosta, come ha dimostrato il caso del ministro Scaiola (qualcuno può credergli quando dice che non sa con quali soldi si è comprato casa?).

Economicamente la crisi non molla la presa, naturalmente sui più deboli perché quelli che stanno bene se ne fregano, anzi forse ci guadagnano pure. Adesso si è aggiunto il problema della Grecia. Io già sono da sempre contrario all'euro, e sull'Europa unita mi pare di aver già detto che è stata fatta sulle nostre teste, una realtà astratta costruita a tavolino che non ha mai funzionato e non funzionerà mai. Almeno non come mi aspetterei. Le realtà durature nascono dal basso, dalla autentica volontà dei popoli. Non ci hanno nemmeno mai chiesto se volevamo questa Europa, o come la volevamo. Se poi facciamo entrare cani e porci senza uno straccio di garanzie, allora il minimo che ci si può aspettare è che questo meccanismo perverso s'inceppi alla prima difficoltà. E noi paghiamo.
Per il resto terremoti, vulcani che eruttano fumo e bloccano gli spazi aerei, navi che inquinano i mari, guerre, attentati e violenze. Tutta roba già vista, l'unica novità è il vulcano islandese (forse è un po' incazzato anche lui e reagisce a modo suo).

Calcisticamente l'Inter rischia davvero di vincere tutto. E' la conferma che alla fine i potenti hanno sempre la meglio. Pensare che una Roma qualsiasi, messa su con quattro soldi, abbia potuto contendere il titolo a una squadra che costa dieci volte tanto sembrava una cosa impossibile, ma è successa. Tanto però vinceranno i neroazzurri e quello rimarrà in archivio. Amen.
Adesso ci aspettano i mondiali del Sudafrica. Vi faccio una previsione, anzi due: l'Italia supererà a fatica il girone eliminatorio (se pure ce la farà) e poi uscirà ingloriosamente. Vincerà l'Inghilterra, con Argentina e/o Brasile in finale. O forse la Spagna.