Questa volta non parlo io. Parla, anche a mio nome e a nome di tutti coloro che hanno un minimo di sensibilità e di amore per gli animali, Beppe Grillo nel suo blog. 325.000 cuccioli di foca massacrati grazie alla compiacenza del civilissimo Canada. Non aggiungo altro, vi invito solo ad andare a visitare il sito di Beppe Grillo all'indirizzo: http://www.beppegrillo.it/2006/03/325000_cuccioli.html e a comportarvi di conseguenza.
lunedì 27 marzo 2006
sabato 25 marzo 2006
Ritorno all'ora legale
Oggi per me è un giorno importante. Come tutti gli anni, l'ultimo sabato di marzo è quello in cui si torna all'ora legale. Per molti è una sofferenza. C'è chi continua a sostenere che dormirà un'ora di meno. Io dormirò lo stesso numero di ore, e domani sera mi ritroverò con un'ora di luce in più. Mica poco!
Lo confesso, sono meteoropatico, e l'inverno mi porta sempre a una sorta di
lungo letargo dal quale emergo, appunto, in occasione del ritorno dell'ora
legale. Poi magari continuerà a fare freddo e a piovere, ma psicologicamente
questa è una svolta piena di segnali positivi che sollecitano il mio innato
ottimismo. Del resto, dopo essere sopravvissuto brillantemente a sette ore di
differenza di fuso orario, che volete che sia una misera oretta in meno fra un
sabato e una domenica?
martedì 21 marzo 2006
Miracoli per creduloni
Un'altra madonnina che piange lacrime di sangue, dopo quella di Civitavecchia del 1995 (forse la più famosa) e molte altre sparse un po' in tutta la penisola. Qualche giorno fa è toccato a Forlì.
Non mi stupisce che la credulità popolare avalli questi fenomeni che qualsiasi
buon prestigiatore è in grado di riprodurre senza difficoltà. Non mi stupisce
perché la gente ha bisogno di credere, perché credere è rassicurante, e la fede
è una grande compagna di fronte alla quale è anche lecito sospendere le
funzioni del cervello e privilegiare quelle del cuore. Mi stupisce invece che
per l'ennesima volta queste teofanie (mai sentito il termine
"teofania"? Significa "manifestazione della divinità") si
verifichino sempre in presenza di contadini, pastorelli e in genere
rappresentanti del sottoproletariato più semplice e credulone. Oppure di
bambini e adolescenti. A quando un'apparizione, una bella lacrimazione davanti,
che so, a Umberto Eco, o Margherita Hack, o Piero Angela? O magari davanti a
qualche uomo politico, in modo che lo illumini e gli indichi la retta via? Nel
qual caso sarei anche disposto a credere al miracolo (dell'uomo politico che si
converte, beninteso, non della statua che piange).
mercoledì 15 marzo 2006
Faccia a faccia Berlusconi-Prodi
Tutto qui? Il mitico e strombazzato faccia a faccia fra Berlusconi e Prodi si è risolto ieri sera in uno squallidissimo, asettico confronto indiretto nel quale ciascuno dei due ha ripetuto cose che sapevamo già. Niente sangue, insomma, solo due protagonisti ingessati che hanno recitato il gioco delle parti a denti stretti, rigidamente cronometrati perché non fosse mai che uno parlasse qualche secondo più dell'altro... Si sa, noi siamo tutti cretini e ne saremmo stati pesantemente condizionati. Signori, questa è la par condicio. L'avete voluta? Tenetevela! Zero a zero, come in Juventus-Milan. Non ha vinto nessuno. In compenso hanno perso gli italiani.
lunedì 13 marzo 2006
Un campionato cinico
Se è vero che il campionato di calcio italiano è il più bello del mondo (come sostiene qualcuno), ne deriva che Juventus e Milan (rispettivamente prima e seconda in classifica) sono le più belle squadre del mondo. Nulla di più falso. La partita di ieri sera è stata di una noia mortale, con due squadre impegnate solo a non farsi male (in nessun senso). E così sono quasi tutte le partite del campionato italiano: sono pochissime le squadre che interpretano il gioco in modo spettacolare, soprattutto adesso che i punti, anche i punticini, fanno comodo. Mentre i giochi al vertice sono già decisi da tempo.
Avete
mai visto giocare il Barcellona? Siamo su un altro pianeta. E mediamente il
gioco espresso dal campionato spagnolo, ma anche da quello inglese, francese e
(qualche volta) tedesco è molto più godibile del nostro. Ma probabilmente ci
ritroveremo con due squadre italiane in finale di Champions. Che significa
questo? Che il campionato italiano non è il più bello del mondo, ma solo il più
cinico. Circoscritto per di più alle solite tre, che comandano e si pappano la
gran parte della torta.
Che si facciano dunque il loro campionato personale. Propongo un girone
d'eccellenza a tre, ogni giornata giocano due e la terza riposa. Mentre le
altre diciassette riusciranno, forse, a offrirci un campionato più emozionante.
martedì 7 marzo 2006
Un mondo in cui trionfa la stupidità
Viviamo
in un mondo in cui trionfa la stupidità. Non solo quella televisiva dei grandi
fratelli, delle fattorie, delle isole dei famosi, dei contenitori domenicali e
mi fermo qui, ma anche a livelli più alti, dove si ci aspetterebbe di trovare
maggiore buon senso, per non dire il lume della ragione.
Le ultime testimonianze? Quelli che non comprano carne di pollo perché non si
sa mai, quelli che abbandonano i gatti perché con l'aviaria meglio stare
tranquilli, quelli che pubblicano vignette su un profeta di cui non si può
nemmeno fare il nome (figuriamoci la caricatura), quelli che si aprono la
camicia e mostrano le vignette di cui sopra, quelli che si offendono per le
vignette di cui sopra, quelli che reclamano risarcimenti postumi perché tanto
l'Italia è il paese di Bengodi e provarci non costa niente, quelli che si
presentano alle elezioni (o almeno fanno finta di farlo) con il simbolo NO
VOTO, quelli che sono sempre contro, ma non sono mai per, quelli che dicono i
rifiuti da noi? No, da qualcun altro, quelli che...
Devo
continuare? Meglio di no. Meglio quelli che... il calcio.
sabato 4 marzo 2006
Elezioni con il naso turato
Dopo l'abbuffata taiwanese torniamo a cose italiane. Fra poco più di un mese si andrà a votare, in quella che secondo me è una tornata elettorale fra le più importanti della nostra storia recente. Perché si tratta di decidere dove vogliamo andare, di trovare un'identità politica definita e un ruolo riconoscibile nel mondo che ci aspetta, o meglio che non ci aspetta, perché qualcuno corre mentre noi continuiamo a procedere con il freno tirato. Dovremo farlo, ahimé, scegliendo fra il poco e il niente della nostra scena politica attuale. Uomini di governo improvvisati, candidati opportunisti o voltagabbana, coalizioni appiccicate con lo scotch, programmi confusi e molta demagogia. Un padrone del vapore da una parte e un parroco di campagna dal'altra, con un avvilente contorno di comprimari più attaccati alla poltrona che alle esigenze dell'elettore. Un teatrino di basso profilo nel quale nessuno sembra emergere dal grigiore e nel quale non si intravedono nemmeno quelle figure marginali, ma di qualche spessore e con qualche idea chiara, alle quali ci si poteva aggrappare una volta in mancanza di meglio, scegliendo di votare la persona a dispetto dell'idea politica. Mi riferisco ai vari Pannella, Segni e simili, tutti tristemente segnati dall'avanzare dell'età.
Che fare allora? Io ho sempre votato e voterò anche stavolta, ma turandomi il naso, come disse qualcuno, e dopo avere esaminato con attenzione i nominativi, in cerca di qualcuno che mi sembri un po' più promettente degli altri. Mi perdonerete se vi confesso che qualche volta rimpiango gente come Giulio Andreotti. Non solo perché è buon tifoso della Roma, ma perché almeno in lui brillava (e qualche volta brilla ancora) la luce inconfondibile dell'arguzia e dell'intelligenza. Con questi personaggi, invece, siamo nel buio più completo.