lunedì 31 dicembre 2007

Consuntivi 2007

L'ultimo giorno dell'anno è, da sempre, momento di consuntivi. Dovendo fare un consuntivo dell'anno che sta per finire, tutto sommato non posso lamentarmi. Sono ancora qui, in discreta salute, con la testa che funziona e qualche progetto da realizzare. Il mio carattere, per fortuna, mi porta a vedere il futuro come un libro aperto: può essere una lettura più o meno piacevole, può riservare delle sorprese belle o brutte, ma è lì tutto da leggere, tutto da vivere. Non sapere che cosa succederà è per me motivo di curiosità, e uno stimolo in più ad andare avanti, magari con qualche piccolo contributo da parte mia.

Aspetto il nipotino ancora in viaggio (a proposito, pare che si chiamerà Lorenzo) con la trepidazione di un innamorato al primo appuntamento. Chissà quanto sarebbe piaciuto a Maria Luisa, che magari lo guarderà e lo proteggerà da lassù.

Ma non voglio chiudere con tristezza, perciò vi lascio con una battutaccia da osteria che ho letto da qualche parte in Internet: lo sapete perché l'albero di Natale ha sempre la punta diritta? Perché continuano a toccargli le palle...

Buon Anno a tutti.

sabato 22 dicembre 2007

La tristezza dei mercatini natalizi

Che tristezza questi mercatini natalizi! Sono tutti uguali, tutti con il loro bravo corredo di prodotti finto-etnici, le musiche andine, i bastoncini di incenso che bruciano, l'artigianato da quattro soldi. Frequentati soprattutto da coloro che vogliono spendere di meno, sono la testimonianza di una fasulla integrazione interetnica, di una agghiacciante globalizzazione della festa comandata da parte dell'industria usa e getta, di una santificazione ormai consolidata del Natale sull'altare dello spreco e del "volemose bene". Domani quei mercanti di colore saranno già altrove con la loro paccottiglia, su altre piazze, magari senza le lucette colorate e le canzoncine natalizie.

Gli italiani, si sa, sono un popolo di piagnoni. Si lamentano sempre che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese, che tutto aumenta, che la benzina è troppo cara, ma continuano a comprare e a sprecare in questo periodo spensierato, salvo poi tornare a fare la lagna dopo l'Epifania, quando si ritroveranno con un mucchio di regali spesso inutili e il conto corrente in rosso.
Secondo un'indagine dell'università di Cambridge, gli italiani sono anche il popolo meno felice dell'Unione europea. E allora che cosa augurare a quelli che mi vogliono bene, se non un po' di felicità e magari anche un po' di buona salute? Quelle non si trovano sui mercatini.

venerdì 14 dicembre 2007

Viaggio di lavoro a Roma

Sono stato a Roma, un paio di giorni fa, per lavoro. Proprio nel periodo della sciopero dei camionisti. Io vado a metano e il metano, come ho appreso solo di recente, non viene portato con le autocisterne, ma tramite metanodotto, e dunque non manca mai. Inoltre non inquina e costa pochissimo. Meditate, gente, meditate.

Non ho avuto quindi problemi a muovermi, anche se ho dovuto percorrere l'interminabile Via Flaminia per arrivare a Roma evitando il blocco lungo l'autostrada all'altezza del casello di Roma Nord. Appena arrivato in città però, mi sono trovato imbottigliato nell'ingorgo più grosso che io riesca a ricordare. Praticamente buona parte della zona settentrionale di Roma (Olimpica, Prati, Trionfale e via dicendo) era bloccata. Si camminava a passo d'uomo. E il bello è che non si è capito che cosa fosse successo. L'indomani ne parlavano tutti.

Un motivo in più per non tornarci, a Roma. Ogni volta che ci vado non vendo l'ora di fuggire, di tornare alla mia campagna, ai miei gatti, al mio silenzio.

Non so se l'ho già detto, ma ci sono due sole cose che rimpiango di Roma: l'acqua e il clima. Per il resto è una città invivibile, sporca, disordinata, chiassosa e volgare. E forse mi manca qualche aggettivo.
Quanto ai camionisti, mi domando ancora come sia possibile che una qualsiasi categoria di lavoratori metta quasi in ginocchio un'intera nazione per rivendicare dei diritti. Può succedere solo da noi, in questa Italia lassista e menefreghista in cui tutti pensano ai propri diritti, e nessuno ai propri doveri. E i danni non li paga mai nessuno.

Amen.

giovedì 6 dicembre 2007

E' finita la terza stagione di Lost

Qualcuno di voi segue la serie televisiva "Lost"? C'è qualche Lost-maniaco fra i miei lettori?

Lunedì scorso ho visto il gran finale della terza stagione su Sky (e mi risulta che invece su Rai2 la stessa sia appena iniziata, perciò mi asterrò da qualsiasi spoiler).

Posso però dire che la caratteristica ricorrente di questa vicenda dai mille misteri è quella di disorientare lo spettatore con continui cambiamenti di prospettiva. L'unica cosa sicura è che non c'è nulla di sicuro, nulla che si possa dare per scontato e al quale ci si possa aggrappare per tentare di costruire da soli un'ipotesi di spiegazione. I tre fantasiosi realizzatori (Abrams, Lindelof e Cuse) si divertono a disseminare di indizi la storia dei superstiti del volo Oceanic 815 naufragati su una misteriosa isola del Pacifico, ma spesso questi indizi sembrano contraddittori. E' un atto un vero e proprio gioco di specchi in cui sembra non esserci una verità assoluta, ma molte verità relative, e anche diverse menzogne.

Comunque fra i tanti personaggi, tutti azzeccati devo dire, i miei preferiti sono Locke, Sawyer, Desmond e Ben. Questi ultimi due gli ascoltatori che seguiranno la serie su Rai2 impareranno a conoscerli ben presto. E in ogni caso non c'è mai un personaggio che sia tutto positivo o tutto negativo. Non c'è l'eroe senza macchia e il cattivo da combattere. Tutti sembrano avere qualcosa da nascondere, forse anche a se stessi, tutti possono essere di volta in volta vittime o carnefici, protagonisti o comprimari, vincenti o perdenti. E' in fondo la variegata realtà della vita dove non c'è sempre il bianco e il nero: c'è anche molto grigio.

Una vicenda molto dickiana, a pensarci bene. Più di uno ha avanzato interessanti paragoni fra Lost e l'opera del grande scrittore di fantascienza Philip K. Dick. Il quale postulava l'impossibilità di conoscere davvero la realtà, anzi metteva in discussione la stessa esistenza di una realtà condivisa: al suo posto c'è solo la realtà frantumata dell'individuo che rimane prigioniero dei propri limiti.
Adesso mi toccherà aspettare la primavera per sapere quali altre sorprese ci riserva la storia. Voi, intanto, se avete voglia di saperne qualcosa di più, divertitevi a digitare questo indirizzo sul vostro computer: http://it.lostpedia.com/wiki/Pagina_Principale

E state attenti: potreste diventare anche voi dei Lost-addict, come me.