giovedì 28 luglio 2011

Che cosa farò in pensione

Che palle!

E' una settimana che piove sempre. E che fa anche freddo. Chi ha mai dormito con la copertina di cotone in pieno luglio? Tutti giorni sottratti all'estate, che così volerà via ancora più veloce. Arriverò a settembre e non mi sarò nemmeno accorto che l'estate è finita. Poi cadrò in depressione, e intanto la vita se ne va.

Oggi scrivo nel mio blog quasi per disperazione. In realtà non ho mai avuto intenzione di mollarlo del tutto, solo di rallentare, diciamo così, in attesa di decidere che strada prendere dopo. Decisione ancor più urgente dopo aver saputo, solo qualche settimana fa, che andrò in pensione nel gennaio del 2013. Se sarò sopravvissuto al fatidico 2012...

Avevo inoltrato richiesta per rimanere in servizio un altro paio d'anni. In questo caso la burocrazia statale, solitamente lenta come una lumaca, ha dimostrato una sollecitudine quanto meno sospetta. Mi ha addirittura telefonato di persona un funzionario da Roma (che tra l'altro aveva la voce di Tremonti, chissà che non fosse proprio lui) dicendomi, caro Nati, non possiamo accettare la sua richiesta. Niente di personale, non accettiamo la richiesta di nessuno, anzi stiamo addirittura revocando richieste già approvate. Sa com'è, qui bisogna fare una bella cura dimagrante, bisogna sfoltire, l'apparato statale è troppo numeroso, perciò se la vada a prendere nel culo. Sennò come fanno i nostri politici a continuare a tenersi i loro lauti stipendi e le loro laute pensioni? Mica penserà davvero che i sacrifici devono farli loro, no? Be', non mi ha proprio detto così, ma il senso era più o meno questo.

OK, tanto mentalmente mi ero già preparato. L'età ce l'ho, l'anzianità di servizio pure, e dunque che mi cambia restare un altro po' di tempo a lavorare? Niente. Così adesso dovrò cominciare a pensare seriamente a quello che farò da grande.

Vediamo un po'... Continuare a tradurre libri, leggere, scrivere, guardare la TV, andare al cinema gratis (se è vero che sopra i 65 anni non si paga), vedermi la montagna di telefilm che ho scaricato in previsione della vecchiaia, viaggiare un po' più di quanto faccio adesso (cioè quasi per niente, non ci vorrà molto), fare un po' più di movimento, dedicare più tempo alla casa, al giardino e all'orto. Be', come prospettiva è abbastanza ricca. Niente di esaltante, ma per passare il tempo va bene.
Ci sono anche altre ipotesi che prenderò in considerazione: tornare a Roma (anzi, non proprio a Roma, ma magari a Bracciano), trasferirmi a Taiwan, vendere baracca e burattini e andarmene a vivere in un posto caldo (la Sardegna, magari, che adoro o, perché no, la California), oppure in un faro su un'isola deserta.

Magari non farò niente di tutto questo, ma è bello sapere che in teoria sono libero di fare quello che mi pare.

Vi terrò aggiornati.

mercoledì 6 luglio 2011

Quando arrivo a 10.000 visite chiudo il blog

Ho deciso.

Quando arrivo a 10.000 visite chiudo il blog. Credo sia ormai giunto il momento di cambiare. Non è più tempo di blog, o forse lo è ancora ma non in questa forma. Ho soddisfatto ogni mia tendenza esibizionistica, ho dato sfogo al mio narcisismo, ho scritto cose interessanti, altre meno, ma adesso il brivido del diario condiviso sta lasciando il posto a una sorta di rassegnata indolenza. Forse mi sono inaridito, forse sono a corto di idee, forse ho semplicemente cose più interessanti da fare.
L'alternativa non è Facebook. Posso metterci il naso ogni tanto, servirmene quando ho qualcosa da comunicare, o semplicemente in qualche momento in cui ho voglia di staccare il cervello, ma ancora non riesco a provare un feeling particolare per questo mostro dai milioni di teste, ma senza un cuore. Anzi, un po' mi spaventa, e continuo a guardarlo con sospetto come si fa con una persona che non conosci e alla quale non sai se concedere o meno la tua fiducia. Ho 41 amici, e mi bastano e mi avanzano. Per me l'amicizia è una cosa seria, anche se stiamo parlando di amicizia con la a minuscola. Quella di FB, appunto. Ho ricevuto richieste da personaggi semisconosciuti emersi dalle nebbie del passato, e nemmeno di un passato che amo ricordare. Ho sempre risposto di no. E di qualcuno al quale ho sciaguratamente detto sì mi ritrovo quotidianamente a leggere insulsi interventi sulla colazione del mattino o fantasiose citazioni erudite degne dei Baci Perugina.
Diceva qualcuno: se non hai niente da dire è meglio che stai zitto. In genere è un principio che applico nella vita, e FB è tutto il contrario. Tanti bytes sprecati. Però piace, e tant'è.
Quale sia l'alternativa non lo so. Ci devo pensare.