lunedì 25 settembre 2006

Una situazione kafkiana

Credo sia ora di spiegare ai miei pochi, affezionati lettori il perché della mia scomparsa. Da circa due mesi non scrivo niente, e non è da me. Il fatto è che mi trovo alle prese con una situazione kafkiana.

Sono un fantasma. Assegnato, a seguito di un processo di riqualificazione di cui vi risparmio i particolari, a un'altra biblioteca lontana 250 chilometri da Macerata, mi ritrovo a non lavorare più né qui né là. Qualche bello spirito ha pensato che fosse giusto e lecito trasferire un povero cristo sulla soglia della pensione, imponendogli a tutti gli effetti di sradicarsi da casa, amici, animali e abitudini. In attesa che la situazione si risolva, sono costretto a vivere di espedienti, fra ferie, malattie e altre bizzarre invenzioni che ripugnano al mio animo di onesto servitore dello stato. Frustrato e avvilito, soprattutto adesso che la mala stagione è imminente, mi interrogo sul significato della vita in un'Italia in cui le persone sono oggetti da spostare a piacimento, in nome di una pretesa razionalizzazione.
Ci risentiamo quando il problema sarà risolto. Se si risolverà.