mercoledì 28 febbraio 2007

TV satellitare vs TV generalista

Da quando sono abbonato alla TV satellitare (Sky, per la precisione) ho scoperto un modo nuovo di vedere la televisione. E un modo nuovo di fare televisione.

Non più il sistema orizzontale, per cui nelle diverse fasce orarie si trovano più o meno gli stessi programmi, ma il sistema verticale, con canali tematici nell'arco delle 24 ore. Così posso scegliere in ogni momento di vedere un film, un evento sportivo, un documentario, un notiziario o altro a mia scelta. Senza che la pubblicità interrompa mai (o quasi mai) la visione.

Inoltre la programmazione e gli orari sono sempre molto precisi, i film vengono trasmessi completi di titoli di coda e senza tagli, e l'informazione è in genere abbastanza completa. Tanto per fare un esempio, sabato scorso c'è stata una diretta no-stop sulla manifestazione di Vicenza seguita sia da terra che dal cielo. Fatti, dunque, più che parole.

Casomai il limite potrebbe essere proprio l'abbondanza di offerta. E' chiaro che quando la domenica ti trasmettono in contemporanea sette partite di serie A su sette diversi canali non è possibile seguirle tutte. Io seguo sempre la Roma, ma mi rimane sempre il rimpianto di non potere sfruttare l'offerta completa (non ho il dono dell'ubiquità, purtroppo).

E quelle rare volte che mi ritrovo, per caso o per necessità, a sintonizzarmi sulle cosiddette televisioni generaliste, provo un moto di irritazione nel vedere, con qualche rara eccezione, il basso livello cui sono giunte tutte, l'invadenza della pubblicità, la tendenza a omogeneizzare la proposta per adeguarsi a un pubblico distratto e passivo.

E la cosa che mi fa più rabbia è che sono anche costretto a pagare 104 euro all'anno per un servizio che non mi interessa e di cui non usufruisco quasi mai.

lunedì 12 febbraio 2007

Furto a Fiumicino

Se dovete farvi derubare, evitate di farlo all'aeroporto di Fiumicino.

OK, cercate di non farlo per niente, ma si sa, sono cose che succedono. E' successo a una studentessa di Francesco appena arrivata a Roma. Proprio un magnifico benvenuto, non c'è che dire.

La tapina ha lasciato incustodito il bagaglio e l'hanno fatta subito secca.

Ma il problema non è finito qui. Tanto per cominciare, provate un po' ad andare a cercare il posto di polizia a Fiumicino. C'è naturalmente, ma è indicato male, e funziona come funzionano molte cose in Italia: alla come capita, con poco personale, oberato di lavoro, annoiato e poco disponibile a farsi carico dei problemi degli altri. La videosorveglianza c'è, ma non dappertutto: non c'è, per esempio, su un gruppo di poltrone in sala d'attesa presso gli arrivi internazionali, proprio dove è avvenuto il fattaccio, tra l'altro in prossimità di una comodissima via di fuga. Poliziotti in giro non se ne vedono, magari ci saranno in borghese, chi lo sa. E così si arriva all'assurdo che per qualche centinaio di facinorosi in uno stadio ci sono duemila poliziotti, e in un terminal dove transitano centinaia di migliaia di passeggeri al giorno (più la smaliziata fauna dei ladri e dei borseggiatori) ce ne sono pochi e anche invisibili.

Ma la cosa più bella (si fa per dire) è questa: esiste, come è logico, un ufficio oggetti smarriti, che non solo non è indicato, ma non è nemmeno rintracciabile perché sulla porta non c'è alcun cartello. Un ufficio con una porta senza alcuna indicazione, di cui si ignora anche l'orario di apertura. Un ufficio fantasma che ieri mattina (domenica) era anche chiuso.

Però non azzardatevi a portare con voi all'imbarco una bottiglietta d'acqua minerale. Vi beccano subito e fate la figura dei cretini, nel migliore dei casi.

lunedì 5 febbraio 2007

Violenza negli stadi

Adesso che a Catania c'è scappato il morto, si riparte con la fiera delle banalità, del già detto e mai fatto. Il solito teatrino di chi si scandalizza, di chi moralizza, di chi tira fuori le motivazioni più improbabili e le soluzioni più demagogiche. Parla chi dovrebbe stare zitto e tace chi invece dovrebbe parlare. O meglio, chi dovrebbe mettere (o far mettere) in pratica leggi che già ci sono.

Perché è questo, in sostanza, il nocciolo del problema. Fare applicare la legge, e se non ce n'è una adatta farla subito ex novo. Come è successo in Inghilterra, dove il cancro della violenza negli stadi è stato azzerato da anni. Una legge chiara, severa, sempre applicata. Se sbagli paghi, subito e fino in fondo. Senza condoni, condizionali, indulti e pietismi di sorta. Non deve essere più ammissibile che se io vado allo stadio mi frugano pure nelle mutande, ma poi spuntano fuori chissà come bastoni, fumogeni e armi improprie di ogni tipo.

La mia paura è che fra qualche settimana tutto il bla bla di questi giorni sarà solo un ricordo. Fino alla prossima vittima.