lunedì 27 settembre 2010

Lo smaltimento dei rifiuti

No, la discarica nel mio orticello non la voglio. Mettetela in un altro orticello.

Questo è più o meno il modo di ragionare di tanta gente, sindaci compresi, quando si parla di immondizia. Be', da qualche parte bisognerà pur metterla, no? E' meglio per le strade, così qualcuno la brucia e l'inquinamento è garantito? E perché la stessa protesta non viene fatta nei confronti di fabbriche magari attaccate ai centri storici, che magari avvelenano più della monnezza?
Ma poi com'è mai che questi problemi nascono sempre laggiù? Come mai dalle mie parti non c'è mai stato un problema del genere? La raccolta è puntuale e pulita, e adesso che hanno tolto i cassonetti non c'è nemmeno più quel brutto spettacolo che c'era prima. Solo piccoli contenitori di plastica colorata, che non si notano quasi. E stiamo anche imparando a differenziare come si deve.
E com'è mai che nemmeno in tante altre parti d'Italia succedono quelle scene da terzo mondo? Sarà mica che laggiù c'è qualcosa che non funziona? OK, non voglio parlare male dei meridionali, anche se spesso sono proprio loro a parlar male di se stessi. Con rammarico, naturalmente, e con un po' di vergogna. E comunque non è sempre colpa loro.

Detto questo, però, bisogna anche aggiungere che buona parte dei rifiuti urbani non sono prodotti da noi, o lo sono solo indirettamente. Mi sapete spiegare perché quando si va al supermercato ad acquistare un prodotto, c'è quasi sempre un eccesso di involucri? Plastica per lo più, ma anche carta, cartone, vetro e via dicendo. Compri mezzo chilo di biscotti e devi portarti a casa uno scatolone. Compri affettati e formaggi e te li danno incartati più volte, compri un qualsiasi prodotto elettronico e ci vuole il trapano elettrico per aprire la confezione, e poi ti si riempie casa di polistirolo, cartoncino, plastica e carta (già, perché il libretto delle istruzioni è spesso una specie di elenco telefonico scritto in cinquanta lingue, per lo più anche male. Se vuoi capirci qualcosa devi leggerti quello in inglese, e anche allora non è detto che ci riesci). E i giornali? Se entri in un'edicola ti sembra di stare in un emporio. C'è di tutto, insieme ai giornali e le riviste, gadget di ogni tipo, naturalmente tutti avvolti nella loro bella confezione di plastica dura.

A quando la messa al bando della plastica, o PVC o PET o come diavolo si chiama? Torniamo al vetro, che è naturale e del tutto riciclabile. Anzi, meglio ancora, per certi prodotti (latte, vino, olio, detersivi e perché no, anche acqua) eliminiamo qualsiasi contenitore e portiamocelo da casa.
Io intanto mi sono comprato il gasificatore per l'acqua (e anche Francesco, che ne è rimasto colpito quando è venuto in Italia). Se vi piace l'acqua frizzante ve lo consiglio. Avrete acqua buonissima tutto l'anno, gasata a vostro piacimento (da quella tipo Perrier di fantozziana memoria a quella appena frizzante tipo Ferrarelle), a poco prezzo, e vi risparmiate il fastidio delle bottiglie da eliminare. Con un bel vantaggio anche per l'ambiente.

E' un piccolo contributo, ma quelli grossi non sono alla nostra altezza.

mercoledì 22 settembre 2010

Una medaglia miracolosa

Tempo fa ho ricevuto una medaglia miracolosa. Per posta. Da una sedicente Associazione Madonna di Fatima eccetera eccetera. Allegata c'era una lettera nella quale si dice che "se porterò al collo, con fiducia, la medaglia riceverò grazie straordinarie". Chissà chi gli avrà dato il mio indirizzo.

La storia comincia nel 1830, quando la Madonna apparve per tre volte, a Parigi, a Caterina Labouré, una novizia delle Suore della Carità. Nel corso della seconda apparizione la Madonna disse espressamente a Caterina di far coniare una medaglia e di distribuirla al mondo, e lei (la Madonna) avrebbe provveduto a dispensare grazie a chi l'avesse portata.

Questa associazione, da quanto risulta scritto nella lettera allegata, ha già fatto coniare due milioni di medaglie da diffondere entro la fine dell'anno (2009). Un impegno oneroso, ma nella lettera non si chiede (quasi) nulla in cambio: solo di collaborare con un eventuale contributo volontario (dai 5 euro in su), e di divulgare l'iniziativa fra parenti e amici. Bollettino di conto corrente allegato, naturalmente.
Ora io non ho nulla contro i credenti, non ho nulla contro la religione (le religioni). Mi stanno bene tutte, e mi stanno bene tutti i profeti e i messia di varia estrazione, purché non diano di matto. Quello che mi disturba è che si tenti di carpire la buona fede della gente (e sappiamo tutti quanto la gente sia ingenua) con una medaglietta che costerà cinquanta centesimi e che promette miracoli a chi la indossa.

Non a caso ho appena finito di leggere un libro che si chiama "La santa casta del Vaticano", dove se ne raccontano di cotte e di crude, dai tempi di San Pietro fino a oggi, perpetrate in nome di Cristo morto in croce da piccoli e grandi truffatori all'ombra, o sotto l'ombrello, o con la complicità implicita o esplicita della Chiesa cattolica. Roba che Berlusconi ci fa la figura del chierichetto.
Se qualcuno fosse interessato gli posso fornire il recapito dell'associazione.

Ah, dimenticavo, la medaglia è già benedetta.

giovedì 16 settembre 2010

Esiste un posto migliore di questo?

Certe volte mi viene voglia di emigrare. Dove la politica è ancora una cosa seria, dove i politici sono ancora onesti e dalla parte di chi li ha eletti. Dove ti puoi ancora sentire un cittadino con dei diritti, e non un suddito senza voce. Dove non ci sono indagati, corrotti e trafficoni che ricoprono cariche pubbliche. Dove c'è ancora una giustizia certa e credibile, dove non ci sono censure, manipolazioni o controlli alla "grande fratello". Dove c'è educazione, rispetto, solidarietà, e il lavoro non diventa un obbiettivo irraggiungibile, una chimera, ma un diritto da garantire a tutti.

Ma esisterà, poi, un posto del genere? Comincio a pensare di no. E probabilmente non è mai esistito, nella storia dell'uomo. Forse è stata sempre una storia di angherie, sopraffazioni e furbate, forse la società ideale è un mito irraggiungibile.

E allora bisogna accontentarsi di quello che si trova, cercando di viverci nel miglior modo possibile. Preferibilmente facendo quanto è in nostro potere per non lasciarsi contaminare, mantenendo una certa pulizia morale, e coltivando sempre la speranza di poter migliorare le cose. Anche di fronte a tutti i berlusconi del mondo, con la loro protervia, la loro faccia tosta, la loro inalterabile certezza di essere intangibili. "Unti" di chissà quale signore e destinati a vivere in eterno, magari attraverso i loro cloni.

Ecco, io non ho la stoffa del rivoluzionario. Mi limito a indignarmi per le cose storte che vedo e non ho ricette per migliorare la situazione. Ma nel mio piccolo cerco di vivere secondo dettami che mi sembrano giusti, cerco di rispettare i comandamenti (quelli condivisibili, quanto meno) e non perdo mai la speranza in un futuro migliore.

Scivolo sulla sporcizia sforzandomi di non sporcarmi. Di non essere complice.

mercoledì 8 settembre 2010

Lo squallore della politica italiana

Non ricordo di aver mai vissuto un momento così squallido, così povero di valori, così di basso profilo della politica italiana. Non ricordo di aver mai visto rappresentanti del popolo così menefreghisti, così sfacciatamente interessati agli affari loro, e così impudenti da farlo alla luce del sole.

Che dire? Un'alleanza che sembrava di ferro si sta sgretolando sotto le sue stesse contraddizioni: prima Berlusconi vuole andare al voto, poi non vuole andare al voto. Prima la Lega non vuole andare al voto, poi vuole andare al voto (per salvarlo da questo pantano, dicono, ma chi ci crede?). L'opposizione vuole andare al voto, ma con quale faccia? Chi li voterà, malridotti come sono? Chi potrà dar credito a quest'accozzaglia di incapaci, anche loro saldamente legati alla poltrona, che a parole sembrano voler fare sfracelli, ma nei fatti se ne stanno buoni buoni a seguire l'andazzo?
Fini non si sa bene che vuole fare. Certamente si è pentito di aver buttato al cesso un partito al quale aveva dato una nuova dignità e un peso politico non da poco. Anche se stanno facendo di tutto per distruggerlo, amplificando qualche suo peccatuccio veniale (ma i peccati mortali di qualche altro proprio no?), adesso tiene per le palle Berlusconi & C., però chi ci dice che in un'eventuale tornata elettorale i finiani riuscirebbero a mantenere la forza che hanno? Se per caso dovessero uscire sconfitti, magari a vantaggio del Carroccio, allora ci sarebbe solo da suicidarsi. E il fatto che in molti stiano col fiato sospeso appresso a Fini, considerandolo una sorta di cavallo di Troia per abbattere un nemico apparentemente invincibile, la dice lunga sull'abisso nel quale siamo precipitati.

Trovare l'opposizione all'interno della maggioranza è davvero il colmo.

Tutti i sondaggi danno il centro destra (PdL + Lega) in grado di mantenere i numeri che ha, e forse di aumentarli. Con la legge elettorale esistente non c'è da farsi illusioni. Rischiamo di avere da una parte un centro destra ancora più forte e arrogante, e dall'altra un improbabile minestrone cha andrebbe dall'estrema destra di Fini all'estrema sinistra di Di Pietro. Su Napolitano non c'è da contarci. Chi ci salverà?

Da un po' di tempo sto ascoltando una delle poche voci libere rimaste in Italia, quella di Marco Travaglio sul canale Current di Sky. Dice cose che i giornali e le televisioni non dicono. Nemmeno quelli teoricamente oppositori dell'attuale regime. Che la scintilla della salvezza vada ricercata qui?