giovedì 27 agosto 2009

Prime impressioni su Facebook

Ho aggiornato il mio parco foto e ho eliminato quelle vecchie. Alcune foto si trovano anche su Facebook, dove bazzico da qualche settimana senza troppo entusiasmo.

Ogni volta che accedo è un po' come entrare in un salone affollato in cui tutti parlano e non si capisce niente. Le conversazioni si incrociano e si sovrappongono, i gruppi di persone si modificano, molti commentano, molti rispondono ai commenti; c'è chi posta foto, chi filmati, chi musica, e ho il forte sospetto che qualcuno bivacchi perennemente in rete, non avendo evidentemente niente di meglio da fare. E' un porto di mare, un luogo di incontro, sì, di scambi e di comunicazione, ma anche di cazzeggio, spesso con quell'insopportabile linguaggio fatto di ke, x, parole smozzicate, tutta roba che sta lentamente uccidendo la lingua italiana.

E poi c'è quel minaccioso riquadro sempre presente in testa alla pagina: a cosa stai pensando? Sapete quante volte ho avuto la tentazione di rispondere "sono cazzi miei, a te che te ne frega, brutto stronzo?", ma poi non l'ho fatto perché in fondo sono una persona educata. Però è una presenza inquietante, quella scritta, una specie di Big Brother che vuole conoscere i tuoi pensieri per farne chissà che.

Certo, è anche piacevole entrare e ritrovarsi in compagnia di persone che in qualche modo si sono scelte: amici, si chiamano, anche se per lo più, nel mio caso sono parenti anche stretti. E così mia nipote Barbara cerca chi vende una fisarmonica (per farne che?), mio nipote Marco Valerio scrive cose senza senso, ma lo fa con un fine umorismo, Chiara e Sharon si lamentano dei dolci tedeschi dopo essersi abboffate di quelli italiani e Fabrizio Tropeano impazza con i suoi annunci bassamente interessati (a proposito, Fabrizio, stai meglio con i capelli che senza).

Il futuro è qui? Non saprei, e spero di no, ma nello stesso tempo spero che Facebook sopravviva e non soccomba alla sua stessa ipertrofia bulimica. E' comunque uno spazio libero, e come tale va difeso. Sta a noi farne buon uso.

mercoledì 19 agosto 2009

Nulla è cambiato intorno a me

Anche Chiara è ripartita.

Mi guardo un po' intorno e vedo che nulla è cambiato. Non solo in politica, dove peraltro sembra piuttosto attuale la famosa battuta di Tomasi di Lampedusa ne Il Gattopardo (cambiare tutto per non cambiare nulla perché tutto resti come prima) ma anche nella vita quotidiana, con i consueti allarmismi sul caldo e sul traffico, le amenità balneari, cui si deve aggiungere la sempre più frenetica corsa al famigerato 6 del Superenalotto, che non esce mai, e che spero non esca mai, così il popolo bue forse se la pianterà di regalare soldi allo stato.

Quanto alla politica, ho l'impressione che il rozzo (ma forse non ancora del tutto rincoglionito) Bossi si stia divertendo a gettare sassi nello stagno. Getta il sasso e ritira la mano, ma intanto si parla di dialetti, di inni regionali e di altre minchiate del genere, e così la sua Lega guadagna consensi, e nel contempo ci si avvia verso un'Italia sempre più divisa, direi prerisorgimentale, in una sorta di Spedizione dei Mille al contrario volta a restaurare un Ancien Regime che fa comodo a molti. Berlusconi si gratta infastidito le sue piccole rogne da libertino non dichiarato, il PD si domanda ancora chi sia e che cosa voglia veramente (speriamo che lo capisca almeno prima del 2013), e tanto per gradire stanno già cominciando a cementificare l'Abruzzo (qualcuno ne dubitava?) santificato dal G8 e già sacrificato sul'altare della ricostruzione a tempo di record.

Quanto al Superenalotto, invece, non posso fare a meno di notare come la faccenda stia veramente diventando scandalosa. C'è gente che si indebita, che si vende la macchina, la casa, la liquidazione, magari la moglie o la figlia. Non glielo ha ancora spiegato nessuno che le probabilità di vincere sono infime? E se anche qualcuno vincesse quei famigerati 140 milioni, che se ne farà? Che cosa diventerà la sua vita, dopo? Dovrà campare in eterno senza mai rivelare a nessuno, o quasi, la fortuna che gli è capitata, diventerà un clandestino, un fantasma senza identità, oppure magari dovrà trasferirsi in qualche paradiso fiscale. Diventerà un ricco emigrante che camperà di rendita e morirà di noia, nella migliore delle ipotesi.

Per quanto mi riguarda non ho mai nemmeno comprato un gratta e vinci, e ne vado fiero.

lunedì 10 agosto 2009

Lorenzo è ripartito

Passata l'ubriacatura nipotale (Lolo & C. sono tornati sani e salvi nella solatia Taiwan) torno alle usate cose. Con qualche punto fermo.

Lolo è un buon nipote.

Io posso essere un buon nonno.

Lolo tornerà in Italia spesso, prevalentemente d'estate, perché questo è l'orientamento dei suoi illuminati genitori.

Al di là della mia tendenza alla reclusione ho scoperto di essere in grado di organizzare un'accoglienza decente per parenti e, perché no?, amici, facendo ricorso a energie insospettate.
Adesso le ho bruciate quasi tutte, ma sono immensamente felice di aver avuto con me per un lungo periodo un bambino tanto adorabile, un figlio che mi ha dato grandi soddisfazioni e una nuora che meglio di così non la potevo trovare.

Che si può chiedere di più alla vita? Certo, potrei chiedere che mio figlio torni in Italia con tutta la sua famiglia, ma farei un torto a lui, che ha fatto una scelta precisa e motivata (che peraltro condivido anch'io) e dunque questo è già molto.

Ma le visite non sono finite. A giorni dovrebbe arrivare Chiara (che qualcuno forse conosce come Hsinke-Lee), una sorta di figlioccia che ho ospitato in casa quando studiava all'Accademia di Belle Arti di Macerata e che adesso ha fatto la fine di tanti taiwanesi: lavora come un somaro fino a che non ne può più, poi si licenzia, si gode i soldi accumulati, ricarica le batterie e infine si trova un altro lavoro.

Proprio come in Italia, eh?