lunedì 18 giugno 2007

La burocrazia italiana

Ecco, appunto.

Se qualcuno ha letto il commento al mio ultimo post (commento di mio figlio Francesco) capirà il motivo per cui ho scritto ciò che ho scritto.

Lui paga cifre ridicole in cambio di servizi più che decorosi. E ho dimenticato di aggiungere una cosa. Fino a qualche anno fa, diciamo una quindicina, la dichiarazione dei redditi me la facevo da solo. Mi prendevo il mio bel modello 740, mi sedevo e scrivevo. Ci voleva magari un'oretta, ma alla fine era pronto. Lo mettevo in busta e lo spedivo all'Ufficio Imposte Dirette (che oggi, in questo balletto di nomi tutti cambiati) si chiama Agenzia delle Entrate.

Oggi come oggi non posso più farlo. Non ne sarei capace e devo rivolgermi a un CAAF, dove per fortuna l'incaricato non mi fa pagare niente, bontà sua. C'è un programma sul computer che fa tutto lui e alla fine sputa fuori la sentenza.

E così, invece di semplificare le cose, il nostro fisco le ha complicate. A quando un governo che capirà quanto sia importante avvicinarsi al contribuente e trattarlo come un soggetto che ha doveri, ma anche diritti? Fra cui quello di non sentirsi un idiota di fronte alle astrusità della burocrazia?

 

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