sabato 17 dicembre 2011

E così pare che non sarà possibile leggere i sei anni di post del buon Horselover. La migrazione da Splinder a Blogger ha cancellato tutto. Anzi, no, non cancellato, perché li ho salvati dal primo all'ultimo, ma voi tapini non potrete più leggerli. Magari prima o poi ci farò un libro.
Comunque, con l'occasione, me li sono riletti tutti. E mi sono anche divertito, scoprendovi una varietà di temi affrontati di cui non mi credevo possibile. Non sono alta letteratura, certo, ma costituiscono una lettura sempre piacevole, qualche volta brillante, qualche volta meno, e ci sono molti spunti interessanti che si potrebbero anche approfondire. E, cosa più importante, poi, sono scritti in un buon italiano.
E questo lo dico non per per sbrodolarmi, ma perché il buon italiano sta diventando merce rara. Molti giovani non sanno scrivere perchè non leggono, e quello che scrivono è pesantemente condizionato dalla brutta tendenza all'utilizzo dell'italiese dei messaggi, quello fatto di k, x e altre brutture.
Quando ero più piccolo avevo l'abitudine di scrivere su due quaderni separati i giudizi sui film che vedevo e sui libri che leggevo. Alcuni li conservo ancora, e anche se si trattava di opinioni di un critico in erba, con tutti i limiti dell'età e dell'inesperienza, erano scritti in modo impeccabile.
Ho sempre letto molto, fin da quando ho imparato i primi rudimenti della lettura alle elementari. Appena adolescente facevo a gara con il mio amico Walter a chi leggeva di più: ognuno di noi aveva un quadernetto in cui segnava autore e titolo dei libri letti, e nessuno dei due barava. Arrivammo a oltre 1000 titoli, poi ci accorgemmo che eravamo cresciuti e lasciammo perdere. Ma non ho mai concepito, nemmeno lontanamente, l'idea di non avere un libro da leggere. Una volta lo leggevo anche sull'autobus, quando lo prendevo. Mi è capitato anche di leggerne due o più insieme, ma è una pratica che ho quasi abbandonato perché non ho più il cervello così elastico. In realtà, però, adesso lo sto facendo, ma uno dei due è una rilettura (che naturalmente ho scoperto essere diversissima da come la ricordavo) e occupa le mie quotidiane sedute in bagno (mentre l'altro è sul comodino e lo leggo la sera prima di dormire).
Insomma, leggere è un vero piacere, ed è propedeutico al buon scrivere.
E sia chiaro, parlo di leggere un libro vero, di carta, non un libro virtuale, un e-book. Mi piace toccare la carta, sentirne l'odore, sfogliare manualmemnte le pagine. Sono al contempo un bibliomane, un bibliofilo e un bibliofago. Uno di quelli che i  libri li amano, li conservano e li mangiano, per così dire.
Spero che il buon Dio, o chi per lui, mi mantenga a lungo una buona vista.

1 commento:

  1. Io non ho letto cosi' tanto come te, e tu non hai letto tanto quanto nonno Sergio, purtroppo i tempi sono cambiati e forse non c'e' piu' neanche tanto tempo a disposizione come una volta (alla sera prima di dormire al massimo si puo' leggere qualche pagina...).
    Pensa tu che oggi sono classificati "lettori avidi" coloro che leggono almeno 12 libri l'anno, e mi sembra che attualmente siano a malapena il 10% della popolazione italiana. Il libro non morira', assolutamente, ma dovra' convivere con i suoi piu' rumorosi e sfavillanti concorrenti tecnologici...

    RispondiElimina