sabato 5 marzo 2011

Pioggia forte nelle Marche

Detesto l'inverno, con tutte le mie forze. Non mi piace il freddo (anche se lo sopporto bene, grazie a una costante opera di mitridatizzazione), non mi piace l'umidità, non mi piace il buio, non mi piace la pioggia, non mi piacciono gli alberi brulli, l'erba gialla, il fango. Mi piace la neve solo quando è appena caduta e non ho necessità di muovermi in macchina.

Qualche giorno fa le Marche centromeridionali sono state messe in ginocchio dalla pioggia. Ha piovuto sempre, per due giorni consecutivi, ingrossando i fiumi e i torrenti, allagando i campi, rendendo disagevole percorrere molte strade. Io per fortuna sono lontano da corsi d'acqua che possano mettere a rischio la mia incolumità, ma mi trovo purtroppo con la casa al di sotto della strada rurale. E quando l'acqua non è riuscita più a defluire seguendo il suo corso normale, ha pensato bene di tracimare giù per il vialetto d'ingresso. Sono arrivato a casa la sera e appena sceso dalla macchina mi sono impantanato. Una scarpa è rimasta intrappolata, e ho raggiunto la porta con un piede scalzo. L'indomani, alla luce del giorno, ho visto la situazione in tutta la sua drammaticità. C'erano quattro o cinque dita di fango lungo tutto il vialetto e l'ampia zona mattonata a fianco della casa. Mi sono armato di pala e carriola e ho cominciato a pulire, ma dopo un'oretta ho ceduto le armi e ho chiamato qualcuno che ha fatto il lavoro al posto mio, prima e meglio.

Devo dire che avevo già vissuto situazioni di pioggia forte, ma come questa mai. Il che mi stimola due riflessioni.

Primo, la sensazione che eventi atmosferici estremi stiano diventando sempre più ricorrenti un po' in tutto il mondo. Terremoti, inondazioni, uragani e tutta l'allegra compagnia dei disastri naturali sembrano in via di progressivo peggioramento, sia come frequenza che come intensità. Che sia un segno di qualche cosa? La natura che si ribella? L'uomo che paga la sua protervia? Il presentimento di imminenti cambiamenti epocali? Fate voi.

Secondo, che siamo veramente piccoli di fronte alle forze scatenate della natura. E questo non lo scopro adesso, ma ogni volta sembra cogliermi di sorpresa, quasi ci fosse una sorta di meccanismo di rimozione che scatta per farmi dimenticare quanto siamo tutti indifesi, ed esposti a ogni genere di pericoli in un mondo che abbiamo fatto di tutto per modificare a nostra immagine e somiglianza, quando invece avremmo dovuto portargli più rispetto. Perché non è il mondo a essere al nostro servizio, ma esattamente il contrario. E lui, ogni tanto, pensa bene di ricordarci come stanno le cose.

A parte questo, fanculo l'inverno.


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