sabato 12 febbraio 2011

Qualche osservazione sul soggiorno taiwanese

Non posso esimermi da qualche rapida osservazione sul mio ultimo soggiorno taiwanese. Perché ogni volta che vado lì trovo sempre qualcosa di nuovo, o magari qualcosa che vedo con occhi diversi. E' una scoperta continua, alimentata anche dalla mia voglia di conoscere e, devo aggiungere, dalla disponibilità di Francesco a offrirsi come valido cicerone.

Tanto per cambiare ci sono diversi tratti nuovissimi della metro. Sembra crescere a vista d'occhio, come una grande ragnatela che percorre tutta la città, e naturalmente ogni anno è necessario aggiornare la piantina che distribuiscono gratuitamente e capillarmente. Ho contato già un centinaio di stazioni, con treni sempre più belli. Vorrei tanto vedere la Salerno-Reggio Calabria in mano ai taiwanesi.

E a proposito di metro, ho viaggiato per la prima volta lungo la linea marrone, quella che porta verso est, fino allo zoo di Taipei. E' la più vecchia, con trenini un po' obsoleti e non collegati fra loro, che cammina tutta in sopraelevata e che, nell'ultimo tratto, è davvero spettacolare, muovendosi praticamente in mezzo al verde. In prossimità della stazione terminale c'è una bellissima funivia (loro la chiamano gondola) che porta a circa trecento metri di quota, su una delle alture che costeggiano la città. Non sarà la funivia del Monte Bianco, ma è suggestiva e, nelle (rarissime) giornate limpide offre un bel panorama di Taipei.

Sono anche andato a visitare la residenza estiva di Chiang Kai Shek, una sorta di immensa villa piena di piante e fiori di ogni genere: in pratica un orto botanico. I taiwanesi l'affollano a ogni ora del giorno, specialmente nelle belle giornate di sole, anche se di Chiang hanno ormai un ricordo piuttosto sbiadito, visto che se ne sta cancellando la memoria in tutta l'isola. Personaggio un po' ingombrante, forse, e testimone di un momento storico che si ritiene superato e assimilato. Cinque anni fa, quando andai a Taiwan per la prima volta, esisteva un gigantesco mausoleo dedicato a lui, l'aeroporto internazionale portava il suo nome e c'erano migliaia di sue statue sparse per tutta l'isola. Era ancora vivo e presente. Oggi non c'è più niente, Chiang è stato dimenticato, cancellato, anche se nei negozi di souvenir si trovano ancora gadget con la sua faccia.

Il tempo passa velocemente, a Taiwan, in tutti i sensi. Anche per me come semplice ospite. Ogni volta quelle tre settimane di soggiorno sembrano volare, e ho come l'impressione di non riuscire ad accogliere e metabolizzare tutte le sensazioni che mi colpiscono. Troppa materia per un uomo solo. Quando la realtà della mia vita quotidiana di eremita torna a prendere il sopravvento quella parentesi mi appare come un sogno, una costruzione della mente, bella e lontana nello spazio e nel tempo.

E' la materia di cui sono fatti i sogni, per citare Shakespeare. Poi mi sveglio e aspetto il momento in cui tornerò di nuovo a sognare.


Nessun commento:

Posta un commento