sabato 3 ottobre 2009

Libertà di stampa in Italia

Ma in Italia questa benedetta libertà di stampa c'è o non c'è? In teoria c'è. Non siamo arrivati alla censura o alle veline, non ancora. I giornali scrivono quello che gli pare, e coloro che vengono chiamati in causa sbraitano e rispondono a suon di querele. Santoro ancora non lo hanno cacciato via, e la sua trasmissione sfonda l'audience con un'edizione degna di Novella 2000.

Tutto a posto, allora? Non direi. Il fatto è che è sbagliato l'approccio. Non dobbiamo domandarci se ci sia la libertà di stampa (o meglio, di espressione): dobbiamo domandarci se c'è gente che di questa libertà sa che cosa farsene. Tutti sono schierati, da una parte o dall'altra, si solleva un gran polverone di qua e di là e poi tutto torna come prima. Paga solo qualche pesce piccolo, tipo Boffo. Gli altri se ne sbattono le tasche, tanto sono e resteranno impuniti (in tutti e due i significati linguistici).
Nessuno si scandalizza che una legge ingiusta (sfacciatamente ingiusta) come quella sullo scudo fiscale passi con venti volti di scarto e una trentina di parlamentari dell'opposizione che non hanno partecipato al voto. Ma ci stanno prendendo per il culo? Prima fanno fuoco e fiamme (a parole) per contrastare l'approvazione e poi si dileguano al momento del voto? Come può essere credibile un'opposizione così? Evidentemente sono tutti d'accordo. Con la sola eccezione, forse, di Di Pietro che però ha sempre il torto di esprimere sguaiatamente il suo punto di vista.

Che speranze abbiamo, con una classe politica come questa?

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