mercoledì 15 ottobre 2008

Confesso di essere preoccupato

Confesso di essere preoccupato.

Non per me, che ho ormai superato da tempo l'età delle illusioni e mi aspetto solo una vecchiaia serena. Ma per chi verrà dopo, per le nuove leve (come si dice), per i giovani che sono (o dovrebbero essere) il futuro della nazione e del mondo.

Mi guardo intorno e che cosa vedo? Mercati impazziti che divorano centinaia di milioni di euro (ma dove andranno a finire?), acrobazie e contorcimenti per tenere in piedi una compagnia aerea che era il fiore all'occhiello dell'Italia e che invece diventerà non si sa bene cosa nelle mani di non si sa bene chi, comunque sempre sciacalli senza scrupoli, protetti da un governo miope e connivente. Ministri improvvisati che fanno e disfanno (da un po' tempo nel nostro paese c'è la sagra del cambiamento, un po' come a casa mia, dove ogni tanto mi diverto a spostare i mobili per vedere l'effetto che fa). Scrittori costretti a vivere sotto scorta perché hanno pubblicato un libro troppo scomodo in cui si raccontano cose che a Napoli sanno tutti, ma che non si possono mettere per iscritto. Tutti che gridano "non arrivo più a fine mese" e che si strafogano di gratta e vinci e di puntate al superenalotto, perché non si può mai dire, 80 milioni farebbero comodo a tutti, ma intanto sono strapieni di telefonini che fra un po' faranno anche il caffè. Il politically correct che impera sfiorando spesso il ridicolo (a quando la soppressione del termine "morto" in favore del più rispettoso "diversamente vivo"?). Potrei continuare.

Il tutto condito da un premier che continua bellamente a farsi gli affari suoi, senza nemmeno nasconderlo troppo, e di un'opposizione che si oppone in buona sostanza solo a se stessa, tanto una poltrona non si butta mai via (se gliene lasciano qualcuna, però) e tiriamo a campare.
Ma che mondo è? E soprattutto, dove è diretto? Che cosa ci aspetta, dietro l'angolo?

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