sabato 22 marzo 2008

Il bello dei posti dove vivo

Parlare di politica italiana sotto Pasqua non mi sembra una bella cosa. Bisognerebbe intristirsi, o sdegnarsi, o incazzarsi a seconda dei casi, o magari semplicemente fare ricorso all'arma del sarcasmo e dell'ironia. Ma a Pasqua siamo tutti più buoni, un po' come a Natale, o almeno ci proviamo, e così meglio optare per argomenti più leggeri.

E così vi racconterò semplicemente che mio cugino Egisto è venuto a farmi visita con la moglie Daniela (che mi segue e spesso commenta). Con l'occasione ho pensato di farmi un piccolo giro turistico con loro per mostrargli le bellezze del luogo. Siamo partiti ieri mattina, approfittando di una tregua del maltempo, e lungo una strada che attraversa le dolci colline marchigiane ci siamo arrampicati fino ai 650 metri di Cingoli, da cui si può godere un panorama mozzafiato, soprattutto nei giorni molto limpidi. Una distesa sterminata di colli e valli che si perde fino al mare da un lato e fino ai Sibillini dall'altro. Tagliati in due da una tramontana gelida abbiamo girato per il centro storico, dove la pietra prevale sul cotto e dove ancora si sente quell'antico profumo di paese che i più anziani forse ricordano di avere annusato da bambini, poi abbiamo visitato l'antichissima collegiata di Sant'Esuperanzio, luogo di grande suggestione anche per un'architettura assai particolare. Quindi siamo passati per Treia, il mio comune, famoso per il gioco del pallone col bracciale celebrato anche da Leopardi, un centro storico dove invece trionfa il mattone cotto e che è stato praticamente tutto restaurato a regola d'arte. Un piccolo gioiello.

Dopo, non contenti, abbiamo raggiunto l'antica abbazia di Chiaravalle di Fiastra, altro luogo di grande fascino, in cui la spazialità tutta verticale dell'edilizia benedettina ti fa sentire davvero piccolo e insignificante.

Infine abbiamo affogato i nostri dispiaceri di elettori frustrati prima ancora di votare abboffandoci di pesce annaffiato da un eccellente frizzantino. Senza dover fare un mutuo per pagare il conto.
Tutto questo per dire che nella zona in cui vivo (ma un po' in tutta la parte interna delle Marche e anche in Umbria) ci si può davvero sentire in pace: l'ambiente è pulito, la campagna curata, la gente semplice e gentile, l'offerta in termini turistici e artistici ricca e variegata, il cibo buono e genuino, l'aria in genere eccellente. Insomma, qui la qualità della vita è ancora buona, e questo spiega anche perché io abbia lasciato prima Roma, poi addirittura una piccola città di provincia come Macerata per rifugiarmi in campagna.

Discorsi da vecchio orso, dirà qualcuno, forse non a torto. Magari da giovane non avrei fatto queste scelte, non lo so. Ma sapere che in questa Italia sporca, degradata, inquinata e caotica, esistono ancora piccoli angoli tranquilli e vivibili mi rasserena.

Buona Pasqua a tutti.

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