lunedì 7 maggio 2007

Antonella

 Esattamente quattro anni fa, il 7 maggio 2003, più o meno a quest'ora, ricevevo questa email:


ciao, sto iniziando a viaggiare qua e la con il computer e la mia inguaribile curiosità mi ha fatto arrivare fino alla tua probabile mail. Se sei Maurizio Nati, laureato in Lingue come me all'Università di Roma (Magistero) nel '70 (o 71?), compagno di viaggio a Londra nell'estate del 1966, mandami una mail, mi farebbe piacere avere tue notizie; would you like to be one of my penpals? Perdona il riferimento infantile all'amico di penna ma i miei alunni mi hanno contagiato e trovo divertente questo tipo di conversazione.

cari saluti Antonella.


Chi è questa Antonella? Ebbene, dovete sapere che è stato il mio grande amore all'inizio dei miei anni venti. Una storia durata oltre tre anni e poi finita miseramente perché mi lasciò con motivazioni che non ho mai capito fino in fondo, e probabilmente nemmeno lei. Una storia come tante, in fondo, in un'età in cui l'amore sembra la cosa più importante della vita e dunque quando finisce ti sembra di morire.

Certo che sono io, le rispondo. Da quale buco nero spunti fuori? O qualcosa del genere.

E così, dopo 34 anni, è ricominciato un rapporto (questa volta solo epistolare) che dura tuttora. E mi sono trovato a rivivere un passato che avevo nascosto da qualche parte dentro di me, ma in fondo mai del tutto cancellato. Combattuto fra il ricordo di una ragazza nel fiore degli anni e la realtà di una donna ormai matura, moglie e madre di famiglia. E le due immagini non corrispondono, né potrebbero mai corrispondere.

Da quattro anni ci scambiamo confessioni, battute, pensieri, speranze e fotografie solo per scoprire che non siamo più quelli di allora, che la vita ci è passata sopra e ha fatto di noi due persone diverse. Troppa acqua è passata sotto i ponti. Ma nello stesso tempo per ritrovare un'amicizia (solo virtuale, per il momento) che quotidianamente ci unisce al di là dei percorsi differenti che abbiamo seguito. E per riscoprire affinità sorprendenti che stranamente allora non bastarono a tenerci insieme. Ma nessun rimpianto, nessuna recriminazione per ciò che poteva essere e non è stato. Non sapremo mai se avrebbe funzionato.

Non ci siamo ancora rivisti. Lei insiste, io nicchio. Lei sta a Roma e io sto qui nelle Marche. Prima o poi succederà, e magari ve ne renderò conto. Per il momento mi diverto a coltivare questo strano rapporto a distanza e a riflettere sull'imprevedibilità della vita. Passare dallo stato di innamorato a quello di pen-pal potrebbe sembrare un'irriverenza, una crudele ironia. E invece è un'evoluzione giusta e coerente, una delle tante nel labirinto delle infinite variabili che ci si presentano spesso e che ci costringono a una scelta. Se giusta o sbagliata, lo scopriremo solo vivendo, come diceva il buon Lucio Battisti.


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