mercoledì 14 marzo 2007

Le coppie di fatto

Ma, DI.CO. io, possibile che si debba fare tutto questo cancan sul tema delle coppie di fatto? Da giorni, settimane, forse mesi, non si parla d'altro. Fiumi di inchiostro, trasmissioni televisive e radiofoniche, le alte sfere del Vaticano impegnatissime a fare barricate per bloccare la legge, con interventi al limite dell'intimidazione.

Sarò ingenuo, ma non mi sembra che sia poi un argomento di primaria importanza. Diciamocelo francamente: alle coppie eterosessuali non credo che interessi più di tanto. Hanno sempre a disposizione il matrimonio civile per regolare le loro faccende, possono rivolgersi a un notaio, insomma niente che gli cambi veramente la vita. Qual è il nodo, allora? E' che i benpensanti, senza dirlo, pensano però che in sostanza si vogliano legalizzare le unioni omosessuali. E allora fuoco e fulmini. E visto che ci siamo, diamo anche una raddrizzata all'anarchia predominante nelle nostre chiese, buttiamo a mare le innovazioni volute dal quel sovversivo di Giovanni XXIII e ripristiniamo la messa in latino. Che così (il latino) esce dalla finestra delle scuole e rientra dalla porta delle chiese. Così facciamo contenti anche i puristi.

E ancora, via la musica non ortodossa dalla chiesa. Che sono quelle chitarre, quegli strumenti etnici, quel fracasso irriverente? Una bella operazione di retroguardia, non c'è che dire.

E dunque: omosessuali nel ghetto, matrimonio solo quello che dicono loro, famiglia solo quella che dicono loro, bacchettate ai politici di estrazione cattolica. Non vorrei davvero essere un cattolico praticante, avrei dei grossi problemi di identità. Come deve averli, del resto, il buon Prodi, ma almeno lui lo pagano bene anche per questo genere di rogne.

Ci manca solo che venga ripristinato l'indice dei libri proibiti. Che formalmente è stato abolito, ma attenzione, una forma di censura esiste ancora. Un giorno, forse, vi racconterò una storia illuminante al riguardo.

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