giovedì 5 gennaio 2012

Stamattina sono andato dalla mia dottoressa per farmi prescrivere i soliti farmaci, queli che prendo da dieci anni e che prenderò fino alla fine dei miei giorni. Tre, per la precisione.
Cartello sulla porta: sono in ferie dal 27 dicembre fino all'8 gennaio, rivolgersi alla mia sostituta, all'altro ambulatorio. OK, te la spassi, Sabina, fai bene. Vado nel pomeriggio all'altro ambulatorio. Cartello sulla porta: giorno prefestivo, CHIUSO.
Prefestivo un par di palle! Non è un giorno lavorativo come gli altri, un volgarissimo giovedì? Che me ne frega se domani è l'Epifania? Ti costa troppo lavorare oggi, brutta stronza di una sostituta? Già apri solo quattro mezze giornate a settimana, non sia mai che dovessi stancarti. O forse devi preparati per scendere domani dal camino e consegnare i regali ai tuoi nipotini?
Lo vado ripetendo da tempo, in Italia quella che manca è la voglia di lavorare. Siamo abituati male, tra feste, prefeste, postfeste, ponti, vacanze e orari ristretti.
Qualcuno del nuovo governo propone di liberalizzare gli orari dei negozi. Apriti cielo! Aiuto, i piccoli commercianti chiuderanno a vantaggio della grande distribuzione. Chi l'ha detto? Certo, il negozietto sotto casa non può competere a livello di prezzi, ma può sopperire con la gentilezza, la disponibilità, l'assistenza ove occorra, e con un'apertura più logica e vicina ai cittadini. Perché tutti devono aprire e chiudere alla stessa ora? Chi va in giro a fare compere alle otto o alle nove del mattino? Aprite alle dieci e chiudete un po' più tardi la sera, o meglio ancora, organizzatevi per stare aperti di più, perché no, anche di notte, ove ne valga la pena. E poi io nei negozietti ci vado volentieri, la grande distribuzione, gli ipermercati, i centri commerciali mi mettono a disagio, e non trovo nemmeno che offrano tutta questa gran convenienza. Tante offerte civetta e poi siamo lì, più o meno i prezzi si equivalgono. Meglio l'Eurospin, allora, pur con tutti i suoi limiti.
Vabbe', tanto l'Italia è questa e non c'è Monti che possa cambiarla.
In compenso la mia vita da pensionato non è poi così male. Niente orari, niente impegni: solo quelli che mi scelgo da me. Il mondo mi gira intorno impazzito e io me ne sto tranquillo in campagna a badare ai miei gatti e a respirare aria buona, contento di quello che ho: il necessario e un po' di superfluo. La formula della felicità.

1 commento:

  1. E intanto qui ha aperto la linea di metro che porta alla mia universita' :)
    Alleluja!!!

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