Quanti scorpioni nella nostra famiglia.
Dopo
Francesco e Rose adesso tocca a mio fratello Stefano. 60 anni oggi, portati
bene.
Mi sembra di aver già detto che è una persona seria anche se non lo sembra. Ha
fatto molto più carriera di me, infatti, ha avuto più successo con le donne, sa
suonare la chitarra meglio di me ed è due volte nonno, quasi tre.
Nonostante
questo, però, e nonostante il fatto che lui sia laziale e io romanista, ci
siamo sempre voluti bene. Non ricordo di aver mai litigato con lui. Quando
eravamo più piccoli giocavamo insieme a calcio con una palletta da tennis
dentro la grande stanza in cui dormivamo entrambi, sfondando regolarmente la
rete del letto, ci sfottevamo sui risultati delle partite, ma sempre con molta
signorilità, e discutevamo spesso se fossero meglio i Beatles o i Rolling
Stones. Lui naturalmente preferiva i secondi, io i primi.
Un'altra
cosa ci differenziava: io amavo molto leggere, lui leggeva pochissimo, era
troppo occupato a divertirsi. Per molto tempo si è sparsa la voce che l'unico
libro che avesse mai letto fosse un fantomatico romanzo per ragazzi dal titolo Tino Tappo architetto, ma probabilmente
è solo una leggenda metropolitana.
Facevamo
vita separata. Studi diversi, frequentazioni diverse, spesso orari diversi.
Anche perché i quattro anni che ci separano sono stati per lungo tempo un gap
quasi invalicabile. Quando lui era bambino io ero ragazzo, quando era ragazzo
io ero adolescente, quando era adolescente io ero già grande (o credevo di
esserlo). Poi la vita ci ha allontanato (geograficamente), ma ogni volta che ci
ritrovavamo era come se non fosse cambiato niente. Amici come prima.
Adesso
lui gongola perché la sua Lazio va alla grande, e io non riesco a
dispiacermene. Sono contento per lui, questo sì che è amor fraterno!
Dopo
una lunga e prestigiosa carriera nelle file della Bose (quella che costruisce
casse acustiche per fanatici) si sta (quasi) godendo la meritata pensione. In
realtà lavora ancora part-time perché è un po' come Fantozzi, sente la mancanza
dell'ambiente di lavoro... non è vero, sono loro che non possono fare a meno di
lui. E' un bravo ragazzo, capace e integerrimo, una razza in via di estinzione.
E poi per fortuna a casa non ha una signora Pina che lo assilla. No, Tiziana è
molto meglio, e anche più bella.
Cento
di questi giorni, Stefano!
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