lunedì 11 ottobre 2010

Il disagio sociale

Ma che succede?

A Milano un tassista investe involontariamente un cane e per questo viene picchiato selvaggiamente, cadendo batte la testa sul marciapiede e finisce in coma. A Roma una donna è finita anche lei in coma per aver ricevuto un pugno durante una discussione con un ragazzo per motivi non futili, futilissimi, a una stazione della metropolitana. In Puglia uno zio uccide e poi violenta (non il contrario, badate bene) la nipote quindicenne e getta il suo cadavere in un pozzo. Sempre a Milano un professore uccide a martellate un coniglio "in classe", davanti agli studenti, perché il tapino non era ancora morto e lui doveva fare lezione di anatomia dal vivo.

Tutti episodi di violenza spicciola, di quelli che sembrano succedere solo nei film d'azione o in quelli dell'orrore. E invece sono veri, concreti, spaventosamente quotidiani. La fatalità ci ha messo lo zampino, in qualche caso, ma tutto nasce sempre da un fenomeno di prepotenza, di mancato rispetto per l'altro (anche se è un animale).

Ora io non voglio arrivare a dire che viviamo in un mondo violento, dove spesso vige la legge del più forte. Esistono numerosi esempi che attestano il contrario (e in genere non se ne parla perché non fanno notizia), ma di certo questi eventi testimoniano uno stato di disagio sociale molto forte, soprattutto nelle grandi città, dove magari si respira aria di intolleranza, di insicurezza, e si tende a esasperare le proprie reazioni.

Il caso della povera Sarah in effetti ci dice altro. Al di là del fatto che la madre abbia saputo della morte della figlia in diretta durante la trasmissione "Chi l'ha visto?" (ma chi glielo ha fatto fare di partecipare? Per ritrovare le persone scomparse ci sono le forze dell'ordine, non è necessario costruirci uno spettacolo sopra), quante donne devono subire la violenza di mariti, padri, zii o fratelli, tutti convinti che di un corpo di donna si possa disporre a proprio piacimento? Novantanove volte non succede niente, la donna subisce e basta, la centesima ci scappa il morto. Adesso diranno che lo zio non era sano di mente, ma quanti zii malati ci saranno in giro?

Quanto al coniglio ucciso a martellate, mi domando che razza di persona può essere un insegnante che porta in classe degli animali per fare lezione di anatomia. E soprattutto come gli sia stato permesso. Una bella martellata dove dico io gli starebbe proprio bene.

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