martedì 12 gennaio 2010

Terremoti qua e là

Terremotino nelle Marche. Niente danni né vittime.

Terremotone ad Haiti. Tanti danni e tante vittime.

La vita è ingiusta. Ci sono tanti poveri sfigati che vivono in zone ad alto rischio sismico e che ogni tanto si sentono ballare il terreno sotto le chiappe. Io ne ho sentiti diversi di modesta entità (per fortuna) ma non è una sensazione piacevole per niente. In quel momento avverti tutta la tua piccolezza, e la tua precarietà.

Anche Francesco non se la passa bene in fatto di terremoti. A Taiwan ce ne sono spesso, e di quelli che picchiano forte. Lì però costruiscono come si deve, e dunque i rischi sono minimi. Però la paura resta.
Qualche anno fa ho lavorato presso l'Osservatorio Geofisico di Macerata, dove era in atto un progetto per monitorare i terremoti storici della regione marchigiana. Si trascrivevano documenti e informazioni reperiti negli archivi e nelle biblioteche e si ricostruiva una sorta di mappa della sismicità del territorio. Ne ho già parlato in occasione del terremoto dell'Aquila, ad aprile dell'anno scorso.
E' stato un lavoro molto interessante nel quale ho imparato diverse cose: prima di tutto che abito in una zona a bassa sismicità (vivaddio), per cui ogni volta che c'è una scossa lì per lì me la faccio sotto lo stesso, ma poi penso che non può succedere nulla di irreparabile e un po' mi tranquillizzo.
Ho scoperto anche che c'è un santo protettore dai terremoti: Sant'Emidio, di Ascoli Piceno. Ogni volta che c'era un terremoto, ad Ascoli facevano tridui e processioni in onore del santo. Allora ragionavano più o meno così: ci sono stati cinque morti? Sant'Emidio ha impedito che ce ne fossero dieci, o più, onore a lui. Oppure: a Norcia il terremoto ha fatto molti danni, qui ad Ascoli un po' meno, tutto merito di Sant'Emidio. Poveretti, che altro potevano fare? Allora mica c'era Bertolaso, né tanto meno Berlusconi (per loro fortuna). Si consolavano con la devozione, e alla chiesa non sembrava vero di ritrovare qualche pecorella smarrita. Fra una ventina di giorni partirò per Taiwan. Speriamo che per le due settimane in cui mi tratterò lì Sant'Emidio mi metta una mano sulla testa. E' vero che costruiscono bene, ma un terremoto di magnitudo sette è pur sempre una brutta gatta da pelare.

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