lunedì 5 gennaio 2009

Lettera aperta alla Befana

 

LETTERA APERTA ALLA BEFANA

Cara Befana,

ho scritto anche al tuo collega, Babbo Natale, chiedendogli di portarsi via alcune cose brutte. Non so se esaudirà il mio desiderio. Probabilmente lui, come te, ha cose più importanti da fare. E poi non sono nemmeno un bambino, e i bambini, giustamente, vengono prima di me.

Ma insomma, se ti avanzasse un po’ di tempo, ci sono alcune cose che mi piacerebbe ricevere in dono. Oh, niente di venale, non preoccuparti. Non regali costosi. Come ho già detto a Babbo Natale, ho già tutto quello che mi serve, e anche qualcosa di più. Sono cose che non costano nulla, e che nessun negozio mette in vendita. Io sono stato buono per tutto l’anno, e anche negli anni scorsi, vedi un po’ quello che puoi fare.

Vorrei tanto che nel mondo ci fosse un po’ più di rispetto e di buona educazione. Siamo tutti uguali, e non ci deve essere nessuno che è meno uguale di un altro.

Vorrei che ci fosse meno arroganza e meno prepotenza, e anche meno rumore. La gente strilla troppo e così si perde il fascino dei suoni sommessi e delle cose sussurrate, e la tremenda bellezza del silenzio.

Vorrei che ci fosse meno spreco, che non si sentissero tutti costretti a consumare, ad acquistare cose di cui non hanno bisogno, o addirittura che possiedono già, con i soldi che non hanno e che qualcuno li sollecita a prendere in prestito, fosse anche a interessi zero.

Vorrei che il mondo fosse più pulito. Nel mare, nelle campagne, nel sottosuolo c’è altra vita, oltre la nostra, e noi non abbiamo l’esclusiva sul pianeta. E’ l’unico mondo che abbiamo e dobbiamo trattarlo meglio.

Vorrei che i bambini avessero un futuro migliore. Tutti i bambini, non solo quelli che nascono e crescono nel primo e nel secondo mondo. Non so perché si chiamino così, ma il terzo è di certo un insulto alla giustizia del creato.

Vorrei una politica più responsabile al servizio di ideali più giusti, una politica fatta da uomini per altri uomini, e non da potenti per altri potenti.

Vorrei che tutti ragionassero con la propria testa e non seguissero ciecamente ideologie o religioni santificando l'omologazione dei cervelli.

Vorrei che non ci fossero più guerre, dove perdono la vita sempre quelli che le combattono e mai quelli che le scatenano.

Vorrei che nessuno morisse più di fame, o di stenti, o di malattie curabili solo perché ha avuto la sfortuna di nascere nel posto sbagliato.

Vorrei che non fosse il dio denaro a comandare, ma un dio più giusto. E non m’importa se sarà necessario inventarne uno perché magari quelli che ci sono non vanno bene. Se sarà quello giusto (possibilmente senza intermediari) lo amerò e lo rispetterò anch’io.

Grazie per tutto quello che potrai fare.

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