giovedì 7 dicembre 2006

La vita di Piergiorgio Welby

Ma che razza di vita è quella di Piergiorgio Welby? E' una vita che valga la pena di difendere? E' una vita che valga la pena di essere vissuta? Secondo me no. Completamente paralizzato, attaccato a una macchina che lo fa respirare, è solo un cervello in un corpo già morto. E per di più soffre pure, e rischia ugualmente di morire soffocato perché è vittima di apnee notturne che gli bloccano la respirazione.

Riuscite a immaginare che cosa possa significare vivere in questo modo? Riuscite a immaginare l'orrore di giorni e giorni passati lì a pensare e basta, il vuoto totale di un'esistenza che non ha alcun rapporto fisico col mondo esterno?

Un uomo che non può parlare, ascoltare, toccare, annusare, assaporare, muoversi, che uomo è?
Leggevo la giustificazione del medico che si rifiuta di staccare la macchina. Per carità, capisco anche lui, ma sentite quello che ha detto in proposito:


Su richiesta del paziente, rispettandone la volontà ed essendo egli lucido, dovrei staccare e sedare per evitare sofferenze. Nel momento che il paziente è sedato e quindi non è più in grado di decidere, risultando in pericolo di vita dovrei procedere immediatamente a riattaccarlo e ristabilire la respirazione. Pertanto sono obbligato per legge a rispettare la volontà, ma allo stesso tempo sono obbligato a rispettare la legge nel momento che perde conoscenza e quindi non è più in grado di decidere.

Un bel cavillo filosofico, eh? Un po' come il famoso Comma 22 che recitava: se sei pazzo puoi chiedere di non andare in guerra, ma se chiedi di non andare in guerra non sei pazzo, dunque...
Io credo che ognuno abbia il diritto di decidere autonomamente, in casi come questi, e che la sua volontà debba essere rispettata. E se io dico, quando sono lucido, che voglio morire, la mia scelta deve rimanere valida anche quando non sono più lucido. Non si può giocare con le parole sulla vita di un uomo. E questo governo, che si dice progressista, deve finalmente prendere una decisione.

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