sabato 24 novembre 2012

Non riesco a convincermi a cambiare le mia abitudini di lettura. Ho sempre letto libri di carta, fin da quando ho imparato l'ABC, e l'idea di leggere libri elettronici mi lascia molto perplesso. Il che è strano, visto che tutto sommato sono un appassionato delle nuove tecnologie. Uso il computer dalla fine degli anni 80, ne ho avuti un'infinità, e ho comprato anche un'infinità di gadget (molti dei quali li conservo ancora in una sorta di personalissimo museo tecnologico di ciò che fu), ma l'e-book proprio non mi attizza, come si dice.
Eppure molti lo usano, e lo trovano anche comodo, in qualche caso economico. Ma per me il libro rimane quello di carta, quello che tieni fra le dita, che ha una sua consistenza, un suo odore, una sua storia. Quello che sta sul comodino. Quello che vai in libreria, lo sfogli, leggi l'ultima di copertina, e poi lo rimetti giù oppure lo acquisti, e con l'occasione guardi anche tanti altri libri. Quello che speri di trovare in una libreria dell'usato, magari malconcio, e quando lo trovi ti senti felice. Quello dove magari hai annotato delle tue osservazioni personali, o hai lasciato un vecchio segnalibro, o una cartolina, e ti riporta indietro nel passato a momenti belli o brutti. Quello che ci hai studiato sopra, quello che hai fatto rilegare, quello che ti hanno regalato per un compleanno e ci trovi ancora la dedica. Quello che ti hanno prestato e non hai mai restituito. Quello che aveva il prezzo in lire e non in euro. Quello che hai voglia di rileggere e ogni volta non è mai uguale a prima. Quello che hai amato, o odiato, ma che comunque ti ha suscitato un'emozione. Quello che insieme ad altri forma una bella macchia di colore sulla tua libreria. Quello che sta sempre lì anche se cambiano le tecnologie, anche se il tuo e-reader è scarico o ti si è rotto.
No grazie, per il momento mi tengo i libri di carta. In futuro si vedrà.

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