venerdì 3 agosto 2012

E' sceso il silenzio.
Per un mese sono stato travolto da rumore, confusione, movimento, per un mese sono emerso dal mio abituale isolamento, ho violentato la mia pigrizia e ho vissuto, fra tensione ed eccitazione, la vita inconsueta del nonno.
Ho un nipote impegnativo. Come ho già detto altre volte, vedo in Lolo grandi potenzialità, ma per il momento è più che altro un fiume in piena a cui non si riescono a mettere argini. Stargli appresso è molto spesso un piacere ineguagliabile, qualche volta una fatica improba e mi ha prosciugato tutte le (poche) energie che mi rimangono. Per cui adesso mi riposo, ma sento la sua mancanza e sono anche disposto a perdonargli tutte le sue marachelle.
La settimana in Sardegna è stata splendida, perché splendida è ancora l'isola, ancorché piuttosto cara. Praticamente abbiamo vissuto sempre di corsa, perché Rose non concepisce vacanze stanziali, e così fra Nuoro, Orgosolo, Sassari, Alghero, Palau, Santa Teresa e Olbia ne abbiamo girata quasi mezza. Con qualche inconveniente, come quando all'arrivo del traghetto non trovavo più le chiavi della macchina e ho temuto seriamente di dover chiamare il carro attrezzi. Per fortuna dopo mezz'ora sono venute fuori. Oppure come quando ho bucato una gomma, ma fortunatamente in prossimità di un supemercato e così ho risolto il problema abbastanza agevolmente. O come quando abbiamo letto male l'orario ferrovario e siamo tornati a Olbia con tre ore di ritardo sul previsto, proprio la sera in cui ci aspettava una grande abbuffata a base di porcetto presso un agriturismo.
Poi Francesco e Rose hanno pensato bene di farsi un bel giro nell'assolata pianura padana (proprio quando imperversava quell'ondata di caldo africano). Naturalmente io mi sono rifiutato di seguirli e me ne sono venuto a casa. Infine una ventina di giorni con Francesco e Lolo (mentre Rose se ne tornava a Taiwan perché non aveva più giorni di ferie). Giorni tranquilli con qualche escursione in luoghi vicini e grandi scofanate di pomodori e mozzarella.
Poi, come dicevo, il silenzio. E mentre io me ne sto qui a godermi il meritato riposo con qualche nostalgia, Fracesco non è ancora arrivato a Taiwan, perché sfortuna ha voluto che un grosso tifone giungesse sull'isola proprio in concomitanza con il suo arrivo. Tutti i voli da e per Taiwan sono stati sospesi e mi risulta che lui si sia rifugiato in un albergo di Bangkok in attesa di ripartire. Per quanto ne so è ancora lì.
Cose che succedono.
Mentre qui non succede niente. Torno alla mia vita tranquilla, mi godo quest'ultimo mese d'estate e poi mi preparerò per l'inverno. Sperando che il mondo non finisca a dicembre. Ho ancora qualcosa da fare.

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