Viviamo in un mondo che sta diventando paranoico. E non mi riferisco alle isterie del nostro premier, che pure meriterebbero un discorso a parte. Ma, poverino, ce l'hanno tutti con lui, perciò stavolta lo lascio in pace.
No, mi riferisco alla moda (ma
vogliamo chiamarla mania?) del salutismo a tutti i costi. Nata sull'onda
lunga del mai troppo deprecato movimento New Age, sta dilagando come un'onda in
piena: dal fitness (ma vogliamo chiamarlo benessere?), con gente che fa jogging
in mezzo al traffico, palestre e centri di abbronzatura che nascono come
funghi, all'alimentazione (l'altro giorno ero in un supermercato e ho contato
uno scaffale con cinque ripiani - per un totale di circa quindici metri
lineari - tutti dedicati agli yogurt e prodotti similari, mentre il buon
vecchio latte è relegato in un angolino con un paio di metri di scaffali se va
bene), dall'igiene personale (Amuchina portatile per lavarsi le mani in
continuazione, il Napisan che una volta serviva a pulire i pannolini dei
neonati e oggi igienizza anche gli alimenti, perché naturalmente non basta
sciacquare frutta e verdura sotto l'acqua corrente, ci mancherebbe) a tutta una
serie di pratiche alimentari che vanno dal semplice vegetarianesimo (che a me
già fa rabbrividire, ma vabbe', lo rispetto perché dietro c'è un'ideologia
condivisibile) per arrivare ai modi più estremi per farsi del male (tipo il
veganesimo, la macrobiotica, il digiuno terapeutico e via dicendo). Tanto vale
nutrirsi con una bella flebo nel braccio.
E così se vai in giro a dire che ti sei mangiato una magnifica bistecca alla
fiorentina o un bel piatto di bucatini all'amatriciana, poco manca che ti
prendano per matto. Se poi ci aggiungi che hai innaffiato il tutto con un bel
quartino di vino, apriti cielo! Io, personalmente, ci aggiungo spesso anche un
bicchierino di limoncello, ma non ditelo in giro altrimenti qualcuno potrebbe
lapidarmi.
E poi: la birra analcolica, il latte ad alta digeribilità, la Coca-Cola senza
zucchero o senza caffeina, integratori alimentari, regolatori dell'intestino,
la pasta di riso, l'olio di riso, le bistecche di soia, il latte di soia, il
formaggio di soia, la riscoperta di strani prodotti della terra che erano
giustamente caduti nel dimenticatoio, e il diluvio di prodotti integrali,
venduti a prezzi offensivi anche nelle farmacie. Già, perché l'industria del
salutismo ci si ingrassa alla grande.
A proposito di farmacie: adesso
proliferano anche le cosiddette parafarmacie, perché le persone hanno sempre
bisogno di mandar giù qualche medicinale, anche quando stanno benissimo e il
loro organismo (o magari il semplice buon senso) potrebbe fornirgli tutto
quello che occorre. Un po' come la coperta di Linus: se non ce l'hanno si
sentono perduti.
E poi lo zucchero! Qualcuno usa
ancora lo zucchero? Io non vedo più nessuno che metta lo zucchero nel caffè.
Magari un dietor, o lo zucchero di canna o qualche altra porcheria. Oppure
rigorosamente amaro.
Insomma, pian piano stanno
scomparendo tutti i sani, semplici piaceri della vita. Il palato è diventato un
optional che non si sa bene a che serva. Si vuole campare più a lungo, ma in
modo quasi ascetico, punitivo, e così la vita perde sapore, e allora che gusto
c'è?
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