Otto anni fa ci siamo scoperti all'improvviso vulnerabili.
L'attacco alle torri gemelle di
New York è stato un attacco alla nostra presunzione di superiorità, e il loro
crollo è stato il crollo delle nostre secolari certezze. Tutto a un tratto
abbiamo toccato con mano l'esistenza di un intero mondo di disperati che non
hanno nulla da perdere e che sono animati solo da pulsioni elementari e da
ideali, perversi quanto si vuole, ma pur sempre ideali. Proprio quelli che noi
stiamo perdendo, tramortiti dall'opulenza e dall'effimero. E così ci siamo
accorti che intorno a noi c'è una sterminata manovalanza umana disposta a
tutto, che nelle mani di gente senza scrupoli si trasforma in una minaccia
permanente ai nostri privilegi e al nostro benessere. La guerra santa degli
straccioni rischia di essere l'evento che caratterizzerà il primo secolo del
terzo millennio, durante il quale verranno al pettine diversi nodi dei quali
non ci siamo preoccupati a sufficienza, se non negli ultimi anni, in primis
l'esaurimento delle fonti energetiche tradizionali, dell'acqua, del cibo. E non
c'è niente che possa fermare un esercito di affamati e di assetati che preme
alle nostre frontiere, né leggi né armi. E' come un fiume in piena che rischia
di travolgere tutto.
Che cosa abbiamo da opporre alla
forza bruta della fame, della povertà e del fanatismo religioso?
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