Vigilia della partenza per Taiwan.
Quest'anno
ci vado d'inverno, perché d'estate il clima di laggiù mi ammazza. Per la prima
volta non viaggerò con China Airlines (che ha cambiato rotte e orari), bensì
con Cathay Pacific (la linea aerea di Hong Kong). Il mio viaggio prevede due
tratte: una lunghissima, Roma-Hong Kong e una cortissima, Hong Kong-Taipei.
Idem al ritorno, con itinerari al contrario. Stranamente la prima dura dodici
ore all'andata e quattordici al ritorno, pur viaggiando con la stessa tipologia
di aereo e seguendo la stessa rotta. Sarà dura far passare tutte quelle ore. Mi
porterò da qualcosa da leggere, oltre alle inevitabili parole incrociate, mi
guarderò qualche film e proverò a dormire, almeno un po', ma so già che sarà
difficile. Non riesco a dormire seduto.
Finché
c'è luce guarderò il panorama dall'alto. E' bellissimo, sembra di vedere una
carta geografica, solo che là sotto c'è il mondo vero, montagne vere, città
vere, laghi e fiumi veri. Te ne stai lassù in mezzo alle nuvole, a volte sopra
le nuvole e vedi il sole che splende, e ti dici, cacchio, chissà come si
starebbe bene al sole, poi leggi sul minischermo la temperatura e vedi: -40°.
Eh già, perché a
Mi
perderò, appunto, due o tre puntate della sesta e definitiva stagione di Lost
(ma poi le recupero, ci mancherebbe!), un paio di giornate di campionato e un
turno di Champions. Ma per Lolo questo e altro. Porterò con me una valigia
piena di prelibatezze alimentari, come un moderno emigrante che si porta
appresso non i suoi quattro stracci, ma vini e salse, funghi porcini secchi,
condimenti e marmellate. Perché la cucina cinese è piacevole, ma quella
italiana, passatemi il luogo comune, è un'altra cosa.
Ci
risentiamo fra una ventina di giorni. Non garantisco l'ennesimo diario
taiwanese.
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