Ieri, vincendo la mia proverbiale pigrizia, sono andato al cinema. Non potevo perdermi Avatar, naturalmente.
Due euro e cinquanta in più per avere gli occhialini che consentono di vedere
le immagini 3D. Mica come quelli di una volta, con due lenti di plasticaccia
rosse e blu. No, questi sono belli robusti, made in USA, e funzionano.
All'ingresso te li danno in cambio di un documento, che poi ti viene restituito
all'uscita in cambio degli occhiali. Preparatevi a una bella fila, prima e
dopo.
Ragazzi,
che delirio di effetti speciali e di immagini tridimensionali! Praticamente è
un film tutto finto, tutto realizzato al computer. Sono pochissime le scene con
personaggi umani, e anche quelle sono vistosamente ritoccate. Per il resto è
tutto un pirotecnico carosello di immagini da capogiro, una galleria di salti,
corse, voli e piroette all'interno di uno scenario fantasmagorico, un bestiario
di creature incredibili, un tuffo nell'immaginazione più sfrenata.
La
storia è presto detta: ci sono gli umani cattivi fermamente intenzionati a
mettere le mani su un minerale preziosissimo che si trova sul pianeta Pandora,
un mondo boscoso abitato da strane creature che sono dei puffi al contrario,
altissimi e agilissimi, di forma umanoide, ma con una bella coda e delle
orecchie mobili. Questi puffoni hanno un rapporto simbiotico con il loro
pianeta, con i suoi animali, con le sue piante e in particolare con alcuni
alberi che per loro sono sacri, e non hanno nessuna intenzione di lasciare
campo libero agli invasori. Per di più sono anche, all'occorrenza, dei
guerrieri molto coraggiosi. Fallito qualche blando tentativo di convincerli con
le buone, attraverso l'infiltrazione di organismi neuroconnessi a esseri umani
che li manovrano a distanza (gli "avatar" di cui al titolo), i
terrestri partono alla carica, armati di razzi, bombe e ogni altro armamentario
bellico.
I
poveri tapini di Pandora hanno solo arco e frecce, ma...
Vi
risparmio il finale, ma potete immaginarlo. In sostanza si tratta di una
suggestiva favola moderna, realizzata senza risparmio di mezzi, con intenzioni
ecologiste palesi, ma sufficientemente astuta da non cadere quasi mai nel ridicolo.
James Cameron è uno che ci sa fare, con la macchina da presa, e anche con le
diavolerie che la tecnologia di oggi gli mette a disposizione. Le ha sfruttate
a piene mani, aiutato anche da una sceneggiatura molto puntuale e da una bella
colonna sonora.
Se andate a vederlo non state lì a farvi domande: staccate il cervello,
abbandonatevi al fascino delle immagini, godetevi l'impressione di essere lì in
mezzo ai personaggi, di trovarvi all'interno di boschi o in groppa a strani
draghi alati, e se riuscite a non farvi venire il mal di mare vi sembrerà di
essere in un sogno, o in un incubo, a seconda dei casi, dal quale non avrete
voglia di risvegliarvi. Perché la magia del cinema fantastico non è mai stata
così forte.
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