Contrordine a Genova. L'autobus con la pubblicità degli atei ha girato per la città. Solo che c'era scritta tutta un'altra cosa: "La buona notizia è che in Italia ci sono milioni di atei. Quella ottima è che credono nella libertà di espressione". Insomma una cosetta all'acqua di rose rispetto al progetto originale ("La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno").
Vuoi mettere la differenza? Parafrasando: la buona notizia è che anche gli atei
possono far sentire la loro voce. Quella cattiva è che qualcuno potrebbe
scambiarli per teorici del liberalismo. Sarà contento il cardinal Bagnasco, che
appunto di Genova è. E questo c'insegna ancora una volta, se ce fosse bisogno,
quanto pesi il Vaticano (anche indirettamente) sull'Italietta di oggi (e di
sempre, se è per questo). Rappresentata nel mondo da un imprenditore
improvvisatosi politico e dai loschi figuri che lo circondano, e sempre più in
balia dei furori ideologici di Ratzinger & c., si avvia a un triste destino
di sottomessa mediocrità, dove ogni più elementare forma di libertà sembra
minacciata nei modi più subdoli.
Voglio emigrare.
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