Chissà, forse si è spaventata per tutto il tran tran mediatico che si è scatenato attorno al suo caso. Fatto sta che Eluana ha pensato bene di andarsene prima del tempo. Come a dire, mi avete stancato tutti quanti, chi è contro e chi è a favore, così tolgo il disturbo e tanti saluti.
Io non ho certezze, sulla vicenda di Eluana. Contrariamente a quanto può
sembrare da ciò che scrivo, non ne ho quasi mai, sulle grandi questioni della
vita. Ma in questo caso ne ho ancora meno. Non so che significhi vivere da
diciassette anni attaccato a una macchina che ti nutre. Non so che passa in
quel cervello meccanicamente ancora vivo, ma in un corpo che non è più in grado
di rispondere ai suoi stimoli. Non so che cosa si provi, quali sentimenti si
nutrano, quali speranze, quali desideri. Magari nessuno. Magari si è come un
vegetale che sta lì, vivo, ma non pensa niente, non fa niente, occupa
semplicemente uno spazio e basta.
Non lo so e nessuno lo sa.
Nessuno è mai tornato a dirci che cosa significhi un coma permanente. Ci si può
soltanto appellare a quello in cui si crede, ma dal di fuori, astrattamente, e
in questo senso ogni posizione è lecita.
Personalmente non vorrei vivere
in quel modo, ma magari, una volta che (Dio non lo voglia!) dovessi trovarmici
può anche darsi che cambierei idea. Chi può dirlo? Magari me ne starei
benissimo, tranquillo, nutrito e accudito, a pensare ai fatti miei.
Fregandomene del mondo che mi gira intorno.
Detto questo, però, qualche punto
fermo bisogna pur metterlo.
Primo: perché il nostro governo
ha aspettato così tanto per legiferare in materia? Sono anni che si parla del
caso di Eluana, e almeno da luglio si sapeva che la macchina si poteva
staccare. E allora perché aspettare l'ultimo minuto, in una sorta di
accanimento più accanito di quello terapeutico? Tra l'altro in modo frettoloso
e necessariamente sommario?
I maligni dicono che è servito
solo a fare bella figura. Noi ci abbiamo provato, diranno quelli che volevano
che Eluana vivesse, ma purtroppo non ce l'abbiamo fatta. Anche perché qualcuno
ci ha messo i bastoni fra le ruote...
Io non sono maligno e non la
penso così. Penso solo che da politici di mezza tacca come i nostri non ci si
poteva aspettare di meglio.
Secondo: che dire di un uomo che
poteva portarsi sua figlia in Svizzera, o in qualche altro paese, molti anni fa
e lì lasciarla morire tranquillamente, e invece ha scelto di combattere con
coraggio la sua battaglia laica, all'interno delle istituzioni, pagando sulla
pelle questa scelta? Tutto il bene possibile, direi.
Terzo: ancora una volta il nostro
beneamato premier ha perso un'ottima occasione per stare zitto. E in questo
caso il suo cattivo gusto ha superato ogni limite. Non aggiungo altro.
Quarto: adesso che il dramma si è
compiuto, non sarebbe il caso di affrontare il problema del testamento
biologico in modo serio, e non isterico e a volte preconcetto come si è fatto
fino a ora? Con una legge fatta non sull'emozione del momento, ma dopo una
riflessione la più larga e approfondita possibile?
Sarebbe il miglior modo per
onorare il ricordo di questa povera donna, che riposi veramente in pace.
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