Vi ho già parlato della mia vecchia fidanzata che mi ha rintracciato tramite Internet. Con lei siamo in comunicazione da ormai diversi anni, e ci siamo anche rivisti, toccando con mano che gli anni passati non sono bruscolini, ma che dentro siamo rimasti (quasi) gli stessi.
Ebbene,
un'altra mia vecchia fiamma si è rimessa in contatto con me: Emanuela detta un
tempo Lilli. Non vuole che faccia il suo cognome, né comunque lo avrei fatto,
perché sono un gentiluomo, ma mi ha autorizzato per iscritto a parlare anche di
lei.
Qualcuno
potrà domandarsi, con un po' di malignità, quante fiamme possa aver mai avuto
il sottoscritto. Poche, ci tengo a dirlo: non sono mai stato uno sciupafemmine,
anzi casomai sono loro che hanno sciupato me.
Emanuela
detta Lilli è stata un'affettuosa amicizia quando ancora nemmeno sapevo che
cosa significasse l'amore. Ero poco più che un'adolescente, sulla soglia
di quell'età difficile in cui ti aspetti chissà che dalla vita, ma ti sembra di
non avere le palle per affrontarla. Complice un'estate al mare e la musica dei
Beatles, che a me sulle prime non piacevano ma che lei mi insegnò ad
apprezzare, ci fu tra noi una breve, tenera storia d'amore. Poi ognuno per la
sua strada.
Me la ricordo come una ragazza un po' pazzerella (e lei sostiene di esserlo
ancora), piena di entusiasmo genuino per la vita, fresca e pulita come un
petalo di rosa appena sbocciata.
A quanto pare sa tutto di me. Ha letto il mio blog e mi ha anche lasciato qualche
messaggio, firmandosi con un nick che io non conoscevo. Io invece non so quasi
niente di lei, se non che è sposata, ha due figli e vive anche lei fuori città
con un numero imprecisato di cani e di gatti. E che fa il bioarchitetto.
Il
resto me lo racconterà piano piano. E così i pezzi della mia vita si
ricompongono, come un puzzle. Manca solo che si rifacciano vivi i miei amici
d'infanzia. E non è detto che qualcuno non lo faccia, prima o poi.
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