Evviva, è arrivato il caldo. Un po' bruscamente, a dire la verità, ma meglio che un calcio sulle gengive.
Amo la stagione calda perché mi consente di vestire all'insegna della
semplicità (cosa che invero faccio anche d'inverno) e della rapidità (cosa che
non posso fare anche d'inverno).
Quando fa caldo un pantalone di tuta, una maglietta, e un paio di scarpe da
tennis sono tutto ciò che occorre. Li lavi, li stendi e dopo mezzora sono
asciutti, così il cambio è assicurato senza fatica e la mattina non perdo tempo
a scegliere che cosa mettermi. Un po' come il protagonista del film La
mosca (Jeff Goldblum) al quale la ragazza (Geena Davis) chiede: Ma tu non
ti cambi mai d'abito? Porti sempre lo stesso. Al che lui risponde: No, mi
cambio tutti i giorni. E le mostra il suo guardaroba dove ci sono dieci paia di
vestiti, dieci camicie, dieci cravatte, dieci paia di scarpe tutti uguali.
Quando fa freddo c'è da coprirsi di più, poi magari in biblioteca c'è il
riscaldamento a palla e così bisogna alleggerirsi. Poi magari piove e io gli
ombrelli non li ho mai a disposizione quando mi servirebbero. Poi magari il
motore ci mette un po' ad avviarsi, e i vetri sono tutti appannati e non si
vede un piffero. Poi magari, in previsione della neve, uno monta le gomme
termiche a novembre e le smonta ad aprile senza che siano mai servite a niente
(come mi è successo quest'anno). Poi magari d'inverno non puoi mettere su
una bella cena con una caprese, tanta frutta e tanta verdura. Poi magari
hai il riscaldamento che funziona a singhiozzo, in certe stanze fa freddo e in
altre fa caldo (questo succede a me, in campagna, ma in parte è colpa mia
perché c'è sempre una finestra aperta da cui entrano e escono i gatti... Lo so,
sono un cretino, me lo dico da solo così vi risparmio la fatica). Poi magari ti
raffreddi, ti viene la tosse, ti scola il naso e continui come un imbecille a
fumare perché la voglia non ti passa mai, ma le sigarette hanno un sapore
sempre più cattivo. Poi magari c'è la nebbia e devi camminare a cinque all'ora
con la testa fuori dal finestrino.
Poi
magari... be', continuate voi, ce n'è a bizzeffe.
E
per questo vado sempre ripetendo che la vita in campagna è bella, ma è un po'
meno bella nella brutta stagione, e dunque ogni tanto penso di fare come
facevano i signori di una volta: passare l'estate in campagna e l'inverno in
città. Ma i soldi per due case non ce li ho, e quindi rimango così. Mi accontento
di andare in letargo quando serve.
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