E che capperi! Splinder è in manutenzione, mi dice di riprovare fra un po'. Ho riprovato fra un po', ma era sempre in manutenzione. Poi, dopo diversi giorni, mi sono rotto e ho provato a entrare lo stesso. Eccomi qua.
Tutta
questa storia, però, mi ha dato da pensare. Vi è mai capitato di non avere la
connessione magari per un guasto alla
linea telefonica, o di ritrovarvi con il computer che all'improvviso non si
avvia o, peggio, va in crash? Be' , a me sì. E in quei momenti sono
tornato indietro di vent'anni almeno, quando tutte queste diavolerie non
esistevano.
Allora
i libri si catalogavano con la macchina da scrivere, sulle belle schedine di
formato internazionale con il buco rotondo sotto. Le trovate ancora, nelle
biblioteche, magari piene di correzioni e di aggiunte, insieme a quelle di una
volta, manoscritte in bella calligrafia.
Allora le traduzioni si battevano anch'esse a macchina, e se ti sbagliavi giù a
correggere di gomma o di bianchetto, e poi a riscrivere sopra, sperando che nel
frattempo il foglio non si fosse spostato sul rullo. Quanto a revisioni finali,
nemmeno a parlarne. E poi una bella busta, il francobollo e via alla posta,
sperando che il plico non si perdesse per strada.
Allora
le lettere si scrivevano a mano, magari su carta intestata, e se era una
lettera d'amore si attendeva con ansia il postino per vedere se avevamo
ricevuto risposta.
Allora
le ricerche si facevano sulle enciclopedie (e chi non ne aveva una in casa,
magari modesta?). Se c'era da pagare il bollo dell'auto o l'abbonamento alla
televisione si andava alla posta e si facevano anche lunghe file in uffici
brutti e squallidi, con impiegati brutti e squallidi (oggi gli uffici postali
sono diventati dei veri e propri bazar pieni di libri, DVD, elettrodomestici e
gadget vari, ma non si capisce mai dove bisogna mettersi in fila, perché non ci
sono più quelle scritte belle e chiare di una volta tipo CONTI CORRENTI,
RACCOMANDATE, PACCHI eccetera. No, oggi c'è scritto PRODOTTI BANCOPOSTA, ma che
diavolo significa? Vabbe', questa è un'altra storia, però).
Insomma, il mondo è cambiato e non lo scopro certo io. Ma siamo cambiati anche
noi e certe volte mi sorprendo a ricordare com'ero, che cosa facevo, come mi
mettevo in relazione con la vita e con gli altri, e non mi riconosco più. Era
un'altra persona, quella, e non solo perché più giovane, ma proprio perché
viveva e pensava in ossequio a regole del tutto diverse, con ritmi diversi, con
un approccio diverso alla realtà. Che credeva di correre e invece camminava
come una lumaca.
Insomma il computer è stata la vera rivoluzione del ventesimo secolo. Non
l'automobile, non la televisione, non il volo nello spazio, non la carta
igienica (come mi diverto a dire ogni tanto). No, il computer, quella macchina
che tutti voi avete a casa, sempre più piccola, sempre più potente, sempre più
padrona della nostra vita.
Benedetto
sia il computer, dunque, e la rete sua fedele alleata.
Nessun commento:
Posta un commento