Ci lamentiamo che i prezzi aumentano, che l'inflazione è cresciuta, che è sempre più difficile arrivare a fine mese.
Be',
consoliamoci: c'è chi sta peggio di noi. Lo Zimbabwe, per esempio (uno stato
africano ma non chiedetemi dove si trova, andatevelo a cercare sull'atlante) ha
raggiunto il livello record del 66.000% di inflazione. No, non mi sono
sbagliato a scrivere: 66 con tre zeri dopo. Una bottiglia da due litri di
latte, per esempio, costa 17mila dollari locali, al cambio 36 sterline, poco
più di 45 euro. Roba da ricchi.
A
proposito di ricchi. Alitalia naviga ormai verso il fallimento: se Air
France-KLM (bontà loro) non cambieranno idea non avremo più una compagnia di
bandiera. Il che la dice lunga sul livello di credibilità cui siamo scesi.
Gianfranco
Cimoli, dopo avere affossato le Ferrovie dello Stato (ed esserne andato via con
un premio di buonuscita di 6 milioni e 700 mila euro), è stato chiamato al
vertice di Alitalia e ha pensato bene di ripetersi, ma non ha fatto in tempo a
finire l'opera. Ha lasciato prematuramente (per essere più precisi, il governo
Prodi lo ha cacciato via) e si è autoattribuito un altro premio di buonuscita
più modesto (quasi 3 milioni di euro). Al resto dello sfascio ci hanno pensato
i sindacati. Ve li ricordate ancora i tanti scioperi dei piloti e dei
controllori di volo? Bene, adesso quegli stessi che prima scioperavano
dissennatamente scendono in piazza a supplicare la cordata franco-olandese di
ripensarci.
AirOne
non è stata nemmeno presa in considerazione. A questo punto chi mai si
prenderà la patata bollente? Nessuno, probabilmente.
E
tanto per cambiare nessuno pagherà.
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