Manco da più giorni di quanti sarebbe lecito aspettarsi. La mia intenzione è sempre stata quella di aggiornare il blog con cadenza settimanale, o giù di lì.
Il
fatto è che sono stato colpito da un'influenza di quelle che ti lasciano con la
lingua di fuori e la voglia di farti, il prossimo inverno, un bel vaccino per
tempo. Sono stato così male che ieri non sono nemmeno venuto al lavoro. Be', vi
chiederete, che c'è di strano? C'è di strano che da circa una ventina d'anni
non facevo assenze per malattia. Sono venuto in biblioteca in tutte le
condizioni: zoppicante per uno stiramento al polpaccio, raffreddato,
influenzato, piegato in due per il mal di schiena, con la febbre alta, con la
pressione alta e in numerose altre condizioni patologiche più o meno serie.
Insomma, tutto il contrario dello statale assenteista e lavativo. Dovrebbero
pagarmi un extra, a me.
Qualcuno
potrà, forse non a torto, domandarsi se qualcosa di patologico non ci sia
dentro la mia testa, e in effetti certe volte anche a me riesce difficile
capire il motivo di questo accanimento. Non saprei spiegarlo, è il mio modo di
essere. Non mi comporto così per farmi bello, per vantarmi, anche se certe
volte mi diverto a fare il cretino raccontando le mie prodezze da Guinness dei
primati.
Finirà che verrà a lavorare anche in punto di morte. Così potranno mettere una
bella lapide nel mio ufficio: A MAURIZIO NATI, FULGIDO ESEMPIO DI DEDIZIONE AL
LAVORO. R.I.P.
Dove R.I.P. sta per Ripetutamente, Invariabilmente Pirla.
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