Leggo e allibisco: http://tinyurl.com/32vhvn.
Per
chi non avesse voglia o tempo di navigare, riassumo, anzi cito: "Nelle
scuole elementari britanniche sarà proibito usare l'espressione «mamma e papà»
e diventerà obbligatorio utilizzare l'espressione neutra «genitori», in modo
particolare nelle comunicazioni a casa". Questo perché, secondo
un'organizzazione per i diritti degli omosessuali, "l'espressione «mamma e
papà» lede i diritti dei genitori omosessuali e favorirebbe pregiudizi
anti-gay, inoltre ritengono che i bambini non dovrebbero avere un'idea
«convenzionale» della famiglia".
E'
una notizia apparsa oggi sul Corriere della Sera, non uno scherzo di carnevale,
e mi ricorda vagamente quel galateo per un uso non sessista della lingua
italiana di cui parlai l'anno scorso e che prevedeva, tra l'altro, aberrazioni
linguistiche tipo "la sacerdote", "la prete" e via dicendo.
E noto sempre più spesso, nei messaggi di posta elettronica, come stia
prendendo piede l'abitudine di dire "buongiorno a tutt*", dove quell'asterisco
cancella il genere: né maschile né femminile, dunque, così nessuno si offende.
E
allora un alunno non dovrà più venire a scuola accompagnato dalla madre o dal
padre, ma da un genitore, anzi dal genitore A o dal genitore B, come sembra si
usi dire. E naturalmente non si potrà più dire "mamma mia", ma magari
"genitore mio", né "bello di mamma" ma "bello di
genitore". Volete mettere?
Né
ci saranno più la festa della mamma o quella del papà, con grande soddisfazione
di chi su queste cosiddette feste ci lucra. E poi, diciamocela tutta, alla
generazione successiva non si potrà nemmeno più dire "nonno" o
"nonna", ma "genitore del genitore" (questo nella
fantascientifica ipotesi che una coppia omosessuale possa procreare,
naturalmente).
Nessun commento:
Posta un commento