Dopo una doverosa pausa di riflessione non posso esimermi da qualche commento sulla terrificante batosta della Roma in quel di Manchester.
Tifo
giallorosso da quasi quarant'anni e non ricordo una sconfitta dalle dimensioni
così pesanti. Mi sento perciò umiliato per una figuraccia calcistica che
francamente si poteva evitare. Nulla da salvare, in quella partita. E' stato un
suicidio tattico che francamente non so se attribuire più all'allenatore o ai
giocatori. Probabilmente a tutti e due. Di certo
Su un giornale ho letto una definizione, riferita al gruppo, che mi sembra
calzante: presuntuoso e immaturo. Ma presuntuosi siamo stati forse un po' tutti
nel celebrare in anticipo le lodi di una squadra che ha, sì, grandi qualità, ma
solo se gioca al completo. Basta togliere qualche pezzetto e il giocattolo
mostra tutti i suoi limiti. Squadra troppo corta, dunque, e in questo caso
anche frastornata dalla magia di Anfield Road, che pare metta i brividi solo a
entrarci.
Aggiungiamo
le condizioni non perfette di qualche giocatore, diversi errori che normalmente
non vengono commessi da giocatori peraltro affidabilissimi, e il fatto che,
davvero, al Manchester riuscisse tutto, ma proprio tutto, senza sforzo
apparente.
Ma
da questo a stroncare una squadra e un allenatore che hanno raggiunto risultati
inattesi con un organico tanto risicato ce ne corre. Non si può buttare a mare
tutto. Bisogna semplicemente fare tesoro di questa sconfitta e metterla subito
da parte, non lasciarsene condizionare. Ricominciando da domenica come se niente
fosse accaduto. C'è ancora un secondo posto da difendere e una Coppa Italia da
conquistare.
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