Ebbene sì, sono di nuovo qui, alive and kicking, come dicono quelli che sanno parlare. La mia lunga odissea si è conclusa positivamente, nonostante gli intoppi della burocrazia. Sono di nuovo nella mia amata biblioteca, con il mio bel livello C3 che significa qualche euretto in più. Non che cambi di molto la mia situazione finanziaria, ma insomma meglio questo che un calcio sui denti.
Ho trascorso una lunga estate senza impegni e senza orari, godendomi una
libertà che non avevo da tempo e vivendo un po' alla giornata. Ho tradotto,
curato il giardino e l'orto, fatto qualche lavoretto dentro casa, preparato
alcuni liquori casalinghi e guardato molto Sky.
In
particolare sono diventato un fervido seguace di due serie televisive: Lost
e 24. La prima è già alla seconda stagione ed è la storia di un gruppo
di sopravvissuti a un disastro aereo su un'isola tropicale. Quest'isola è in
realtà un luogo molto strano, che nasconde un segreto (forse più di uno) e i
nostri eroi devono vedersela con minacce e misteri di ogni tipo. Devo dire che
il tutto, oltre che molto ben confezionato, è anche assai intrigante, anche se
nel tempo, invece di dare risposte, la vicenda tende a complicarsi e aggiunge
altri dubbi ai tanti che già ci sono.
L'altra serie, invece, è alla quarta stagione, ma io ho cominciato a seguirla
solo quest'anno. Il protagonista è come sempre Kiefer Sutherland (figlio del
grande Donald), nei panni di un agente federale alle prese con una
situazione altamente drammatica (in questo caso una gravissima minaccia
terroristica di matrice islamica nel cuore degli Stati Uniti). Il bello è che
l'intera vicenda si svolge nel giro di ventiquattro ore (da qui titolo) e dura
quindi ventiquattro puntate, ognuna più o meno di un'ora, scandita dal passare
dei minuti su un orologio digitale. Il ritmo è serratissimo e i colpi di scena
si sprecano.
Stasera
c'è la puntata di Lost. Poi magari vi racconto quello che è successo.
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