No, la discarica nel mio orticello non la voglio. Mettetela in un altro orticello.
Questo
è più o meno il modo di ragionare di tanta gente, sindaci compresi, quando si
parla di immondizia. Be', da qualche parte bisognerà pur metterla, no? E'
meglio per le strade, così qualcuno la brucia e l'inquinamento è garantito? E
perché la stessa protesta non viene fatta nei confronti di fabbriche magari
attaccate ai centri storici, che magari avvelenano più della monnezza?
Ma poi com'è mai che questi problemi nascono sempre laggiù? Come mai dalle mie
parti non c'è mai stato un problema del genere? La raccolta è puntuale e
pulita, e adesso che hanno tolto i cassonetti non c'è nemmeno più quel brutto
spettacolo che c'era prima. Solo piccoli contenitori di plastica colorata, che
non si notano quasi. E stiamo anche imparando a differenziare come si deve.
E com'è mai che nemmeno in tante altre parti d'Italia succedono quelle scene da
terzo mondo? Sarà mica che laggiù c'è qualcosa che non funziona? OK, non voglio
parlare male dei meridionali, anche se spesso sono proprio loro a parlar male
di se stessi. Con rammarico, naturalmente, e con un po' di vergogna. E comunque
non è sempre colpa loro.
Detto
questo, però, bisogna anche aggiungere che buona parte dei rifiuti urbani non
sono prodotti da noi, o lo sono solo indirettamente. Mi sapete spiegare perché
quando si va al supermercato ad acquistare un prodotto, c'è quasi sempre un
eccesso di involucri? Plastica per lo più, ma anche carta, cartone, vetro e via
dicendo. Compri mezzo chilo di biscotti e devi portarti a casa uno scatolone.
Compri affettati e formaggi e te li danno incartati più volte, compri un
qualsiasi prodotto elettronico e ci vuole il trapano elettrico per aprire la
confezione, e poi ti si riempie casa di polistirolo, cartoncino, plastica e
carta (già, perché il libretto delle istruzioni è spesso una specie di elenco
telefonico scritto in cinquanta lingue, per lo più anche male. Se vuoi capirci
qualcosa devi leggerti quello in inglese, e anche allora non è detto che ci
riesci). E i giornali? Se entri in un'edicola ti sembra di stare in un emporio.
C'è di tutto, insieme ai giornali e le riviste, gadget di ogni tipo,
naturalmente tutti avvolti nella loro bella confezione di plastica dura.
A
quando la messa al bando della plastica, o PVC o PET o come diavolo si chiama?
Torniamo al vetro, che è naturale e del tutto riciclabile. Anzi, meglio ancora,
per certi prodotti (latte, vino, olio, detersivi e perché no, anche acqua)
eliminiamo qualsiasi contenitore e portiamocelo da casa.
Io intanto mi sono comprato il gasificatore per l'acqua (e anche Francesco, che
ne è rimasto colpito quando è venuto in Italia). Se vi piace l'acqua frizzante
ve lo consiglio. Avrete acqua buonissima tutto l'anno, gasata a vostro
piacimento (da quella tipo Perrier di fantozziana memoria a quella appena
frizzante tipo Ferrarelle), a poco prezzo, e vi risparmiate il fastidio delle
bottiglie da eliminare. Con un bel vantaggio anche per l'ambiente.
E'
un piccolo contributo, ma quelli grossi non sono alla nostra altezza.
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