Quest'anno auguri personalizzati. Eh sì, basta con i generici "buon Natale" e "felice anno nuovo", basta con le cartoline virtuali, basta con le letterine.
Al nostro premier auguro una
pronta guarigione. Lo dico sinceramente: non si meritava quello che gli hanno
fatto, nessuno se lo merita, anche se è un lazzarone. La violenza non è mai uno
strumento per fare politica. Che possa rimettersi al più presto, dunque, ma che
la smetta anche di fare il poverello d'Assisi in odore di santità. Che pensi di
più all'Italia e agli italiani, piuttosto, e di meno a se stesso.
Alla nostra Terra auguro di
trovare in futuro governanti un po' meno ottusi e miopi, perché è l'unico posto
per vivere che abbiamo e perché dobbiamo pensare anche a chi verrà. Che poi
sono i nostri figli, i nostri nipoti e via dicendo.
A tutti coloro ai quali voglio
bene auguro una vita lunga, piena e felice, allietata dal dono della buona
salute e di una coscienza sempre vigile, nobilitata dal rispetto degli altri e
arricchita dal senso dell'ironia. Mai prendere troppo sul serio le cose, si
rischia di diventare noiosi.
A me stesso auguro di rimanere
come sono, di testa e di corpo. Mi basta quel che ho e non voglio diventare né
più saggio né più maturo. Se potessi vorrei diventare un po' più bambino e
vedere il mondo con gli occhi di un bambino, gli occhi dell'innocenza, ma
l'innocenza è una dote che si perde crescendo, purtroppo, e questa perdita non
è mai compensata abbastanza da ciò che si guadagna.
Disse Charlie Chaplin "la giovinezza sarebbe un periodo più bello se solo
arrivasse un po' più tardi nella vita". Non aveva mica torto.
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