Caro Babbo Natale,
lo so che sono troppo grande
per rivolgermi a te, e poi da un po’ di tempo non credo nemmeno più alla tua
esistenza, ma facciamo finta che io sia ancora piccolo. Tanto per te, uno in
più uno in meno, non credo che faccia tanta differenza.
E poi non voglio nemmeno
chiederti regali per Natale. No, ho già tutto quello che mi serve, più o meno,
e quello che non ho posso procurarmelo da solo. Vorrei invece che tu mi
liberassi di qualcosa, con un colpo di bacchetta magica o in un altro modo,
vedi tu. Le risorse non ti mancano.
Liberami, per favore, dei
telethon, delle partite del cuore e di tutte le altre forme di
beneficenza-spettacolo che infestano l’Italia in questo periodo.
Liberami dei gratta e vinci,
dei superenalotto e di tutti i totoqualchecosa che illudono i gonzi e
ingrassano solo questo stato biscazziere.
Liberami dei falsi babbi
natale nelle piazze, dei falsi zampognari che scendono dalle montagne, degli
abeti di stoffa, dei presepi con la carta stagnola, dei mercatini finto-etnici
che puzzano di incenso e risuonano di sonorità andine, dei cenoni e dei botti
di fine anno, e del consueto bollettino di guerra del giorno dopo.
Liberami delle pubblicità
stupide: degli scoiattoli e dei pinguini che salvano il mondo a colpi di
scoregge, degli antichi vasi che devono essere salvati, delle banche circolari
costruite intorno a te, dei bambini istupiditi dai pandori e dai panettoni,
delle automobili che danzano e che volano, dei mulini bianchi e delle fattorie,
delle tribù che parlano in eterno a zero centesimi, dei cavernicoli che ringano
12-54.
Liberami della TV spazzatura,
delle veline, delle letterine, delle isole, delle talpe, degli amici, dei
grandi fratelli, delle carrambe, delle domeniche in famiglia, delle maratone di
ballo, dei porta a porta, delle interminabili dirette da Piazza San Pietro.
Liberami delle banalità dei
calciatori, dei rotocalchi scandalistici, delle approssimazioni linguistiche dei
giornalisti, dei neologismi e dei barbarismi non necessari, delle scritte
volgari sui muri, dei luoghi comuni, degli allarmismi inutili, dei tormentoni
per fare audience, delle discoteche con tutta la loro brutta musica e il loro
corredo di idioti che si spiaccicano per le strade.
Liberami della mummia che
siede al Quirinale, dei federalisti in cravatta verde e del loro losco
caporione, del bravo ragazzo che dovrebbe opporsi e non lo fa, dei politici
corrotti, indagati o condannati, dei voltagabbana e dei portaborse, dei
sindacalisti di comodo e degli statali fannulloni.
Liberami della presenza
ingombrante del Vaticano, del suo pastore tedesco e dei suoi lacchè,
in abito talare o meno.
Liberami di quest’Europa
costruita a tavolino senza che nessuno si degnasse mai chiederci la nostra
opinione, del suo fottuto euro e delle sue fottute direttive.
Liberami, infine, se puoi,
dell’imprenditore / presidente del Milan / politico / intrattenitore /
faccio-tutto-io che guida le sorti degli italici destini. Sì, lo so che questa
è un po’ più difficile, ma da qualche parte del mondo ci sarà pure qualcuno che
crede ancora alle favole.
Grazie.
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