Preparatevi ragazzi, il 10 settembre potremmo scomparire in un buco nero insieme alla Terra (http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/scienza_e_tecnologia/big-bang-test/big-bang-test/big-bang-test.html). La notizia è di quelle che smuovono qualcosa dentro di noi, fantascienza ma non troppo, ma dal momento che tanto prima o poi dobbiamo morire, forse è meglio farlo così, in modo spettacolare, non credete?
Questa
faccenda del LHC (Large Hadron Collider, un gigantesco acceleratore di
particelle) mi ricorda un romanzo che ho tradotto una decina di anni fa:
Flashforward (Avanti nel tempo), di Robert J. Sawyer, nel quale si racconta la
disavventura di un gruppo di dipendenti del CERN di Ginevra che si ritrovano
per un breve momento sbalzati con la mente nel futuro. Si vedono più vecchi,
diversi, qualcuno si vede forse morto, e finita la cosa tutti cercano di capire
che cosa sia veramente successo, se quello sia il loro futuro e se sia
immutabile. Un romanzo intrigante e di piacevolissima lettura. Ricordo che
allora mi posi la domanda: ma a che cacchio serve questo LHC che costa un sacco
di soldi? La risposta è che serve a ricreare le condizioni al momento del Big
Bang, a capire come stavano le cose subito dopo la nascita dell'universo.
OK, e quando lo avremo scoperto? In che modo ci aiuterà? Ci toglierà forse dai
piedi Veltrusconi & C? Farà calare il prezzo della benzina? Illuminerà la
mente degli idioti della domenica? Ci svelerà tutti i segreti di Lost? Niente
di tutto questo. Per la vita di noi semplici umani che non contiamo niente non
cambierà assolutamente nulla.
E
allora? Allora niente, quell'acceleratore c'è e ce lo dobbiamo tenere. E,
ripensandoci, speriamo che il mondo non finisca il 10 settembre (nel caso fosse
così vi saluto tutti anticipatamente). Mi dispiacerebbe morire senza sapere se
verrà costruito il ponte sullo stretto di Messina.
Ah, tanto per vostra informazione ho aggiunto qualche foto al mio blog.
Sbrigatevi a guardarle prima di finire inceneriti...
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