La volta scorsa parlavo di censura e di libri proibiti. Non c'è più l'Index Librorum Prohibitorum, per fortuna, ma ci sono tanti modi per impedire la diffusione di un libro senza ricorrere al rogo.
L'esempio più recente, almeno quello di cui sono informato, riguarda un libro
che si chiama Imprimatur, scritto a quattro mani da Rita Monaldi e
Francesco Sorti (per la cronaca moglie e marito). Pubblicato nel marzo del 2002
dalla più grossa casa editrice italiana (Mondadori), il libro si attesta ben
presto fra quelli più venduti in Italia. A tal punto che dopo un mese ne esce
una seconda ristampa e poi addirittura una terza.
In
seguito le cose si complicano. Mentre le librerie, ancora subissate di
richieste, rimangono a secco, il libro scompare dalla circolazione e viene
depennato dai cataloghi dell'editore. Contemporaneamente viene anche tradotto e
pubblicato in venti lingue e 45 paesi diversi, sempre con grande successo.
Si
arriva così al paradosso che un'opera scritta da italiani è fruibile in tutto
il mondo meno che in Italia. Ma c'è di più. Un editore olandese si è offerto di
pubblicarne 1000 copie in italiano, che però non vengono vendute nelle
librerie del nostro paese, ma solamente on-line, nelle librerie italiane
all’estero e in quelle straniere in Italia.
Ma
di che parlerà mai questo libro? E' in sostanza un romanzo storico (il primo di
una serie di sette, peraltro), nel quale però si pestano i piedi al Vaticano...
Io
non l'ho ancora letto (ma ne sto aspettando una copia dall'autore, che ho avuto
la fortuna di conoscere telefonicamente), e dunque non sono in grado di
esprimere un giudizio. Ma la storia non mi piace. Un po' come successe con Il
Codice Da Vinci si è cercato di impedire la libera scelta dei lettori con
un'operazione a dir poco subdola. Tra l'altro, un editore che pubblica un libro
e poi lo ripudia così clamorosamente ha come minimo qualche problema di
coerenza.
Vi ho solo accennato la vicenda per sommi capi. Se siete interessati a saperne
di più c'è un bel sito Internet che vi svelerà tutto il mistero ( http://www.attomelani.net/).
E la
prossima volta un'altra storia illuminante sul futuro televisivo che ci
aspetta.
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