Se dovete farvi derubare, evitate di farlo all'aeroporto di Fiumicino.
OK, cercate di non farlo per niente, ma si sa, sono cose che succedono. E'
successo a una studentessa di Francesco appena arrivata a Roma. Proprio un
magnifico benvenuto, non c'è che dire.
La
tapina ha lasciato incustodito il bagaglio e l'hanno fatta subito secca.
Ma
il problema non è finito qui. Tanto per cominciare, provate un po' ad andare a
cercare il posto di polizia a Fiumicino. C'è naturalmente, ma è indicato male,
e funziona come funzionano molte cose in Italia: alla come capita, con poco
personale, oberato di lavoro, annoiato e poco disponibile a farsi carico dei
problemi degli altri. La videosorveglianza c'è, ma non dappertutto: non c'è,
per esempio, su un gruppo di poltrone in sala d'attesa presso gli arrivi
internazionali, proprio dove è avvenuto il fattaccio, tra l'altro in prossimità
di una comodissima via di fuga. Poliziotti in giro non se ne vedono, magari ci
saranno in borghese, chi lo sa. E così si arriva all'assurdo che per qualche
centinaio di facinorosi in uno stadio ci sono duemila poliziotti, e in un
terminal dove transitano centinaia di migliaia di passeggeri al giorno (più la
smaliziata fauna dei ladri e dei borseggiatori) ce ne sono pochi e anche
invisibili.
Ma
la cosa più bella (si fa per dire) è questa: esiste, come è logico, un ufficio
oggetti smarriti, che non solo non è indicato, ma non è nemmeno rintracciabile
perché sulla porta non c'è alcun cartello. Un ufficio con una porta senza
alcuna indicazione, di cui si ignora anche l'orario di apertura. Un ufficio
fantasma che ieri mattina (domenica) era anche chiuso.
Però
non azzardatevi a portare con voi all'imbarco una bottiglietta d'acqua minerale.
Vi beccano subito e fate la figura dei cretini, nel migliore dei casi.
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